
Ritengo che questo argomento sia, specialmente in questi tempi
finali, di importanza fondamentale. Cercherò di trattarlo nel modo più
semplice possibile, anche se purtroppo non esaustivo, affinché possa
raggiungere tutti e far luce sull’incredibile potere dell’essere umano.
Un’utile premessa
L’universo manifesto è basato su polarità opposte, sulla dualità. Se c’è il bene c’è anche il male, se c’è la luce c’è anche l’oscurità, se c’è la nascita c’è anche la morte, e via dicendo. Non esiste un elemento che non abbia il suo antagonista. Parimenti, l’universo porta sempre con se la soluzione per neutralizzare eventuali squilibri. Possiamo affermare che l’economia dell’universo sia pari a zero per effetto di queste polarità contrastanti.
Il contrasto presuppone una parte manifesta e una non manifesta reciprocamente contrapposte. Se il “male” è la parte manifesta (attaccamento alla forma e aumento dell’ego), il “bene” non manifesto (riduzione dell’ego, del desiderio e di ciò che è formale) affiorerà naturalmente con impeto proporzionale allo squilibrio. L’elemento positivo è indispensabile quanto quello negativo per garantire l’armonia, tutti e due appartengono alla stessa totalità. Lo yin e lo yang per dirla secondo la tradizione orientale. L’organismo possiede in se stesso tutti gli elementi adatti a compensare gli squilibri che in esso si verificano, dagli anticorpi, agli ormoni, alle sostanze psicotrope. Così anche la creazione della ghiandola pineale è una conseguenza di questo spirito.
L’universo manifesto è basato su polarità opposte, sulla dualità. Se c’è il bene c’è anche il male, se c’è la luce c’è anche l’oscurità, se c’è la nascita c’è anche la morte, e via dicendo. Non esiste un elemento che non abbia il suo antagonista. Parimenti, l’universo porta sempre con se la soluzione per neutralizzare eventuali squilibri. Possiamo affermare che l’economia dell’universo sia pari a zero per effetto di queste polarità contrastanti.
Il contrasto presuppone una parte manifesta e una non manifesta reciprocamente contrapposte. Se il “male” è la parte manifesta (attaccamento alla forma e aumento dell’ego), il “bene” non manifesto (riduzione dell’ego, del desiderio e di ciò che è formale) affiorerà naturalmente con impeto proporzionale allo squilibrio. L’elemento positivo è indispensabile quanto quello negativo per garantire l’armonia, tutti e due appartengono alla stessa totalità. Lo yin e lo yang per dirla secondo la tradizione orientale. L’organismo possiede in se stesso tutti gli elementi adatti a compensare gli squilibri che in esso si verificano, dagli anticorpi, agli ormoni, alle sostanze psicotrope. Così anche la creazione della ghiandola pineale è una conseguenza di questo spirito.
Nel misticismo il concetto di Dio è diverso da quello sostenuto dalle
religioni occidentali. Per il mistico Dio è uno stato di coscienza, per
il religioso è un’entità esterna con degli attributi. Nel primo caso
l’uomo che ne fa esperienza può identificarsi con Dio, nel secondo non
lo raggiungerà né conoscerà mai, in compenso, però, imparerà a sentirsi
una vittima, un indegno. Il misticismo, in tutte le sue espressioni,
afferma che Dio alloggia nel sé interiore di ogni uomo ed è possibile
realizzarlo riconoscendolo con il giusto atteggiamento mentale, ovvero
distaccandosi dai condizionamenti prodotti dall’ego ipertrofico. Ora, se
Dio è uno status, una consapevolezza, cosa che può offuscarsi, va da se
che uno “strumento” in grado di elevare lo stato di coscienza può
essere utile per ristabilire la situazione primordiale. Ci sono buone
ragioni per credere che questo strumento sia la ghiandola pineale. La
scoperta degli ormoni pineali e l’analisi approfondita del lobo
temporale del cervello documentano l’origine divina dell’uomo e la
possibilità di tornare ad essere ciò che è sempre stato (ma che ha
dimenticato di essere).
Non mi dilungherò in digressioni scientifiche o storico-religiose ma
mi occuperò soprattutto degli aspetti meno noti e dei miti sopravvissuti
al tempo “riscoperti” di recente dalla scienza ufficiale e non. Infine,
delle pratiche conosciute con cui può essere evitata la progressiva
atrofia della ghiandola fino alla ripresa della piena attività, se non
addirittura oltre.
Caratteri generali

Caratteri generali
Possiamo considerare la ghiandola pineale (o epifisi) il “congegno”
più sofisticato che si trova nel nostro corpo. Si tratta di una
ghiandola endocrina dalla forma simile ad una pigna ma poco più grande
di un chicco di mais e la sua attività è prevalentemente notturna poiché
influenzata dalla luce. Cartesio la definì la “sede dell’anima” nel
XVII secolo e da allora gli studi proseguirono nella convinzione che
fosse implicata negli equilibri della psiche. Situata al centro del
nostro cervello, è collegata allo stesso da sofisticate reti neuronali
ed è conosciuta soprattutto perché sovrintende e sostiene una
moltitudine di funzioni vitali, tra le quali la regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia
e dell’orologio biologico (crescita, sviluppo, maturazione sessuale).
Infatti l’ormone che secerne primariamente è la melatonina, sostanza
nota perché associata appunto alla qualità del sonno e, in buona misura,
anche al processo di invecchiamento. Della melatonina e dei suoi
effetti parlerò specificamente più avanti.

In genere la produzione ormonale è massima, sia pur ridotta rispetto
al suo potenziale, nei primi anni di vita per poi scemare gradualmente
dopo i 12 anni fino a dimezzarsi verso i 45, limitandosi quasi
esclusivamente alle funzioni sopra menzionate. Dopo il settimo anno di
età vi si depositano spesso dei minerali (calcificazione) che la rendono
visibile ai raggi X. Riceve informazioni sul mondo esterno dagli occhi,
percependo luminosità e oscurità grazie agli impulsi trasmessi dalla
retina ed elaborati dall’ipotalamo. Viene chiamata anche il “terzo
occhio” poiché, secondo antiche credenze, una volta attivata diviene
l’interfaccia con la nostra coscienza conferendo la “vista interiore”,
cioè il dono di ripercorrere le precedenti esistenze e riepilogare il
rapporto karmico che conduce alla reincarnazione, oltre alla capacità di
identificarsi con il Principio vitale cosmico e di accedere ad una
moltitudine di poteri psichici.
Per il suo fascino è da sempre oggetto di studi ma, anche per la sua
complessità, le informazioni messe a disposizione dalla scienza
ufficiale, trattano ancora superficialmente questo organo straordinario i
cui poteri, nei millenni passati, venivano sapientemente utilizzati
dalle civiltà più avanzate. Benefici oggi perduti assieme alla
conoscenza di quei popoli. Tuttavia sono stati rinvenuti numerosi
manufatti che narrano dei poteri del terzo occhio in tutte le culture
antiche conosciute come, ad esempio, nella cultura egizia, nel buddismo e
anche nel cristianesimo, dove esistono citazioni di filosofi e nei
vangeli (apocrifi e non) sullo stato di illuminazione derivante dalla
sua apertura. Non tutte le religioni e le filosofie hanno saputo
cogliere il vero simbolismo legato alla ghiandola pineale e ispirarsi a
questa antica conoscenza, così come la medicina ortodossa non si è mai
preoccupata troppo di effettuare ricerche approfondite. Anticamente si
credeva che queste speciali facoltà fossero riservate esclusivamente ad
esseri superiori, illuminati, in contatto con Dio. Ma non è così.
Non solo melatonina
La melatonina è un trasduttore neurochimico e fu scoperta e isolata nel 1956 da Aaron Lerner. La sintesi della melatonina avviene nella ghiandola pineale, funzionalmente alla quantità di luce rilevata (anche in caso di cecità) attraverso gli occhi, partendo da una sostanza che introduciamo con l’alimentazione: il triptofano. Grazie a enzimi specifici, questo viene convertito prima in serotonina poi in melatonina. La produzione di melatonina viene influenzata da un neurotrasmettitore, la noradrenalina, normalmente presente nel corpo in condizioni di luce e stress. Il noto effetto sedativo non è l’unico da prendere in considerazione, infatti, la melatonina, regola la produzione di altri ormoni, l’attività cellulare e la termoregolazione, stimola la produzione di anticorpi, combatte gli eccessi di colesterolo dannoso ed è un potente antiossidante.
Non solo melatonina
La melatonina è un trasduttore neurochimico e fu scoperta e isolata nel 1956 da Aaron Lerner. La sintesi della melatonina avviene nella ghiandola pineale, funzionalmente alla quantità di luce rilevata (anche in caso di cecità) attraverso gli occhi, partendo da una sostanza che introduciamo con l’alimentazione: il triptofano. Grazie a enzimi specifici, questo viene convertito prima in serotonina poi in melatonina. La produzione di melatonina viene influenzata da un neurotrasmettitore, la noradrenalina, normalmente presente nel corpo in condizioni di luce e stress. Il noto effetto sedativo non è l’unico da prendere in considerazione, infatti, la melatonina, regola la produzione di altri ormoni, l’attività cellulare e la termoregolazione, stimola la produzione di anticorpi, combatte gli eccessi di colesterolo dannoso ed è un potente antiossidante.
Oggi si trova facilmente in commercio sotto forma di integratore (con
effetti collaterali praticamente assenti) indicato soprattutto per
contrastare l’invecchiamento oltre che a normalizzare gli effetti del jet lag.
Ma i prodigi della melatonina non si fermano qui. Oltre ad essere
impiegata nelle terapie di alcuni tumori, recenti studi scientifici
sembrano dimostrare che determinate concentrazioni di questo ormone
possono portare nel tempo ad uno stato di coscienza più elevato. Gli
studi non sono ancora conclusi e potrebbe emergere molto altro ancora in
futuro. Si può dire che, per il marketing e la medicina ufficiale, la
melatonina sia l’ormone della giovinezza e del buon sonno, mentre, per
il ricercatore spirituale, quello della consapevolezza.
Esistono altre sostanze prodotte della ghiandola pineale a cui si attribuiscono proprietà illuminanti. Il DMT (dimetiltriptamina) e la pinolina (o
pinealina), sono tra questi i più potenti. Il DMT è una sostanza
psicotropa esistente in natura che si può estrarre da diverse piante e
gli effetti psichedelici di chi lo sperimenta hanno breve durata ma
intensità elevata. Questo neurormone permette il distacco dall’ego,
l’espansione della coscienza e l’interazione con altre dimensioni. Studi
condotti negli anni ’50 sullo sciamanesimo rivelano che nel corpo di
presunti mistici sono state osservate concentrazioni pressoché costanti
di questo neurotrasmettitore mentre nelle persone comuni il suo rilascio
è occasionale ed esclusivamente notturno. Attualmente è un composto
classificato nella categoria 1 negli Stati Uniti. Questa è la
classificazione riservata alle sostanze prive di applicazioni mediche
note, alla quale è scampata anche la cocaina. Il DMT è stato inserito in
questa categoria senza che venisse presentata alcuna prova scientifica
pro o contro il suo utilizzo.
La pinolina è un ormone prodotto dalla trasformazione della
melatonina, concorre all’induzione della fase REM del sonno, al processo
che da luogo ai sogni lucidi e alle esperienze extracorporee. In
sostanza, libera l’accesso alla coscienza mentre sogniamo superando i
filtri della mente. La nostra necessità di “ricaricarci” in dimensioni
più elevate durante il sonno profondo è quindi gestita da specifici
ormoni pineali. È dunque possibile giungere a questo stato in modo
autonomo e cosciente per interagire non-localmente con la materia e la
percezione di altri individui (si ricorda l’esperimento di Aspect del 1982)?
L’utilizzo di droghe, reperite casualmente in natura, che favoriscono
un’iperattività pinealinica, ha da sempre interessato l’uomo e
influenzato tutte le religioni, non solo per la mera necessità di
evasione, ma soprattutto per l’alterazione di coscienza che procuravano,
una sorta di scorciatoia per congiungersi con il piano divino
onnisciente e trarne vigore e saggezza. Gli antichi testi vedici, a cui
si ispira il buddismo, sono stati scritti da saggi che utilizzavano il soma (parente della ayahuasca e ricco di DMT) per mantenere il contatto con la spiritualità e i propri poteri.
Argomenti
che la maggioranza delle persone ignora o associa a storie di
“fantascienza” grazie soprattutto alla sofisticata propaganda mediatica a
cui sono costantemente sottoposte. Infatti, se da una parte numerosi
film e serie televisive contenenti brandelli di verità vengono
programmati con lo scopo di testare e pilotare culturalmente gli
spettatori proiettandoli in realtà futuribili, dall’altra, forniscono
gli elementi per poter screditare facilmente eventuali fughe di notizie e
proteggere le operazioni in corso. Ovviamente, in quanto strumenti
fondamentali per la manipolazione, la “macchina” di Hollywood e tutti i
media mainstream che diffondono informazioni sono sempre stati al
servizio dell’Elite. Elite dall’antica discendenza che, grazie alla
conoscenza della cultura esoterica e al genio di numerosi scienziati
(non sempre consenzienti), ha distrutto, cancellato, rimodellato,
corrotto, ucciso, perseguitato, inquinato, ingannato, sfruttato e
perpetrato ogni sorta di abominio. Questa politica di accentramento del
potere basata sulla distorsione della verità e sulla violenza (fisica e
psicologica), continua imperterrita ed è oggi alle sue battute finali.
Il progetto Looking Glass

Va compreso che la scienza, intesa come istituzione che ha il compito
di capire, dimostrare e applicare le scoperte, non ha sempre scopi
filantropici anche perché molto del vero sapere scientifico è nelle mani
di “persone” prive di scrupoli. Molti progetti sono stati condotti in
segreto da scienziati al soldo dei controllori del pianeta: corporations
industriali, lobbies e società segrete che costituiscono un Elite
tentacolare che opera con il solo fine di esercitare e incrementare il
proprio potere sul genere umano e sulla natura. In un simile scenario,
gestito a monte da una potente sinarchia che si è impadronita di tutti i
settori strategici, è difficile capire quale sia il reale livello scientifico raggiunto
e cosa, fino ad ora, ci sia stato concesso utilizzare. La CIA, in
quanto apparato paragovernativo (e paramilitare), è da sempre coinvolta
nel progetto finalizzato al “controllo mentale” e in quest’ambito ha
sviluppato già diverse tecnologie, ne è un esempio il famigerato MK Ultra impiegato
durante la guarra fredda. Lo studio della mente e delle potenzialità
extrasensoriali umane sono oggetto di numerose sperimentazioni fin dai
primi anni ’40, esperimenti da cui derivano anche le Psy-ops (operazioni
psicologiche) tanto care agli strateghi militari e ormai
abbondantemente applicate dai governi per influenzare l’opinione
pubblica.
Con l’intenzione di investigare il potenziale militare di fenomeni
psichici, Il Governo degli Stati Uniti, proseguì le sue ricerche e diede
il via nel 1970 al Progetto Stargate riferendosi, in particolare, alla
possibilità di osservare a distanza (remote viewing) le mosse del nemico
senza spostarsi dal proprio territorio. Tale progetto durò oltre 25
anni e finanziò ricerche alla Stanford e all’American Society for
Psychical Research per sviluppare potenziali tecniche di spionaggio a
“distanza”. Dopo il celeberrimo caso Roswell del 1947 e il presunto
ritrovamento di un misterioso congegno (detto Orion Cube), si assiste
invece alla nascita di un altro tipo di operazioni segrete, le Black-ops
(operazioni occulte), in cui rientrano l’appropriazione e lo studio di
tecnologia aliena per scopi militari e governativi.
Il progetto Looking Glass
Uno dei più sconcertanti esperimenti segreti dopo il Philadelphia Experiment (avvenuto
nel 1943) è sicuramente il progetto Looking Glass, un programma
appartenente alle Black-ops, che ha permesso di creare un’immenso
stargate (apertura nel tessuto spazio-temporale) retroingegnerizzando il
funzionamento della ghiandola pineale. Effettivamente la scienza ha
scoperto che la retina presenta gli stessi fotorecettori presenti anche
nella pineale. Quest’ultima è di fatto una ghiandola sensibile ai campi
elettromagnetici ed ha ancora adesso, per certi versi, un retaggio
chimico e funzionale similare agli occhi. La ghiandola, in buone
condizioni di salute, conterrebbe al suo interno uno speciale fluido e,
una volta avvenuto il rilascio di DMT e Pinolina, sarebbe in grado di
isolarsi da qualsiasi stimolo elettromagnetico esterno proiettando la
consapevolezza dell’individuo nei reami superiori della coscienza. Il
liquido schermato all’interno della ghiandola agirebbe come una sorta di
monitor permettendo di “osservare” il piano dimensionale su cui ci si
focalizza.
Certe percezioni extrasensoriali (ESP) come precognizione,
chiaroveggenza e telepatia, sono sempre state prerogative di individui
che hanno imparato ad utilizzare le potenzialità della pineale. Visioni
nitide di altre dimensioni e spostamenti extracorporei lungo la linea
temporale possono quindi essere indotti dal nostro personale “stargate”
naturale. Ma, se tutto questo fosse artificialmente replicabile, un
simile potere necessiterebbe di un adeguato senso di responsabilità:
viaggiare nel tempo così come prevedere e modificare il futuro, sono
doni che nelle mani sbagliate potrebbero diventare pericolosi. Per
quanto rischiose possano essere, i “corpi speciali” che si occupano di
queste sperimentazioni non sono nuovi a questo genere di sfide e pare
che, allettati dalle potenzialità operative del progetto, vi abbiano
speso particolari risorse.
David Wilcock, ricercatore sensitivo, autore di The Divine Cosmos ed
esperto di geometria sacra, ha recentemente parlato del fenomeno e di
come sia già stata utilizzata la tecnologia Looking Glass in una non
precisata base sotteranea. Per il genere di informazioni che rilascia al
pubblico molti considerano Wilcock un visionario ma le sue affascinanti
indagini, che spesso coinvolgono personalità di elevato calibro
scientifico, offrono ugualmente numerosi spunti di riflessione. Propongo
uno stralcio di una sua recente conferenza dove si esprime
sull’importanza della ghiandola pineale e sul controverso progetto:
Il risveglio
Migliaia di anni fa, probabilmente all’epoca dell’evoluta civiltà di
Atlantide, i poteri supremi dell’uomo subirono un forte
ridimensionamento. Responsabili di questo declassamento intellettivo
potrebbero essere stati più fattori, molti dei quali ancora poco chiari.
Alcune delle ipotesi avanzate sono decisamente ardite e spaziano dagli
interventi di ingegneria genetica da parte di razze aliene ostili,
all’ibridazione dei superstiti atlantidei con specie contigue ma
geneticamente meno evolute. Grazie al contributo di scienze
d’avanguardia come l’epigenetica,
che dimostra ampiamente come sia l’interpretazione dell’ambiente a
stimolare le caratteristiche del DNA invece che un ferreo e competitivo
determinismo genetico, oggi sappiamo che è possibile modificare persino
ciò che biologicamente si credeva immutabile o congenito. Questo vale
anche per l’invecchiamento e le gravi patologie. Un’altra teoria afferma
infatti che potrebbe essere stato un remoto cataclisma a cambiare in
modo significativo le condizioni ambientali del pianeta e di riflesso la
funzionalità della ghiandola pineale nelle generazioni successive.
Oggi sappiamo che la ghiandola pineale viene fortemente influenzata
dalla quantità di luce e dai campi elettromagnetici e possiamo
facilmente dedurre come la vita moderna (telefonini, elettrodomestici,
luce artificiale, ecc.) abbia determinato grandi cambiamenti
nell’organismo. La fisiologia della pineale potrebbe essersi modificata
ulteriormente in rapporto a questi mutamenti ambientali e questa
alterazione potrebbe aver contribuito ad un più rapido deperimento
fisico, così come all’insorgenza di nuove patologie.
Dal punto di vista alimentare, una dieta povera di ferro, calcio,
fosforo e triptofano inibiscono il buon funzionamento della pineale così
come l’assunzione di farmaci betabloccanti, benzodiazepine,
calcio-antagonisti, clonidina, alchool, caffeina, soprattutto nelle ore
che precedono il sonno. Uno stile di vita sano, basato sull’attività
fisica mattutina, una buona alimentazione, l’assenza di inquinamento e
molto sonno, incide positivamente sulle secrezioni di serotonina e
melatonina ma ciò non basta a produrre l’illuminazione.
Come abbiamo visto, la chimica del cervello, solo in determinate
condizioni, ha la capacità innata di facilitare l’incontro con la
divinità e questa ricerca è l’obiettivo che l’umanità continuerà a
seguire fino alla fine dei tempi. Questa comunione e la conseguente
illuminazione avviene in modo naturale e graduale con un’intensa e
continua pratica meditativa, cioè quando l’attenzione per le percezioni
sensoriali viene meno per consentire la focalizzazione interiore, o
rapido e non sempre consapevole per effetto di stimoli esterni (droghe,
shock emotivi, campi energetici). L’esperienza dei mistici induce a
ritenere che qualunque strada porti alla verità suprema è la benvenuta,
sia essa chimica come il soma o naturale come la meditazione, e in
effetti entrambe agiscono attraverso gli stessi mediatori chimici
cerebrali. Comunque sia, la realizzazione spirituale, non è qualcosa che
compare senza seguire un preciso processo fisiologico.
Se le sostanze catalizzatrici dello stato di illuminazione non sono
reperibili in natura o non si ha la consapevolezza per farne un uso
appropriato, meditare è senza dubbio il modo migliore per favorire
l’apertura del terzo occhio. Questo non significa che con un po’ di
meditazione tutti possano raggiungere il nirvana. Potrebbero volerci
anni di lavoro su se stessi e una buona dose di autodisciplina per
ottenere risultati apprezzabili. Con l’intento di attivarne velocemente i
poteri, alcuni popoli antichi seguivano speciali rituali che
includevano l’incisione del cranio dell’iniziato e il buio forzato.
Ghiandola pineale e 2012
Non
dimentichiamo che, a prescindere dagli accorgimenti materiali che
decidiamo di prendere, l’illuminazione è principalmente un fatto
spirituale e quindi legato all’espressione di energie sottili. Inoltre,
se un organismo biologico nasce in un determinato universo è
obbligatoriamente soggetto alle sue influenze astrali. Tali
modificazioni si ripercuotono sull’individuo attraverso la ghiandola
pineale che fa da tramite tra l’esterno e l’interno, tra il mondo fisico
e quello sottile. Possiamo dire, come suggerisce la teoria dell’ universo olografico di Bohm,
che la materia che ci costituisce è la stessa di cui è fatto il nostro
universo e che, nell’infinitamente piccolo come nell’infinitamente
grande, tutto è interconnesso. Per Bohm il motivo per cui le particelle
subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le
separa risiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione. Egli
era convinto che, ad un livello di realtà più profondo, tali particelle
non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso “organismo”
fondamentale. Pertanto se l’universo tende all’evoluzione noi evolviamo
con esso.
Per chi ricerca già da tempo lo stato di illuminazione, quest’ultimo
caso, è oggi più che mai da tenere in considerazione poiché ci stiamo
approssimando alla data profetica del 2012, data che simboleggia il
termine di un’era in cui il materialismo ha dominato l’uomo. Molti
ricercatori sostengono che nel 2012, il cambiamento vibrazionale dovuto
all’energia che investirà questa parte del cosmo, sarà qualcosa a cui
non potremo sottrarci e che produrrà il tanto agognato risveglio della
coscienza collettiva. L’energia rinnovatrice proveniente dal centro
della galassia porterà con se le condizioni ottimali per l’apertura del
nostro terzo occhio e ne potranno approfittare solo quelle persone che
con impegno e fiducia avranno creato in loro stessi il terreno fertile
per accogliere e sostenere lo stato di illuminazione. Chi è già
sufficientemente preparato all’evento o è sulla buona strada per
diventarlo, a prescindere dalla posizione sociale raggiunta, non teme
alcuna catastrofe ed è ormai conscio dell’importanza del proprio
contributo alla manifestazione di questo grande cambiamento.
Cogliere questa occasione per elevarsi vibrazionalmente significherà
vivere in uno stato di lucida presenza, trasmutare il dolore passato in
saggezza per costruire un mondo nuovo con la consapevolezza del proprio
sé divino, finalmente padroni e responsabili di quei poteri che
ritorneranno così a far parte di noi per il bene di tutti, poiché tutti
siamo inevitabilmente UNO.