Il digiuno terapeutico è una pratica che viene adottata per purificare l’organismo dalle scorie e ritrovare la
vitalità. Anche se in linea di principio può essere condivisibile l’idea di voler limitare almeno per un periodo il
consumo di sostanze nocive per l’ organismo, soprattutto in una società, come quella dell’occidente
industrializzato, in cui gran parte delle patologie derivano proprio da problemi legati alla sovra alimentazione
come l’obesità, le patologie cardiovascolari ecc... non si può certo affermare che il digiuno sia la soluzione
migliore.
Oltre alla forma di digiuno classica, ce ne sono altre meno restrittive, in cui è possibile mangiare frutta e verdura. I sostenitori della digiunoterapia ne vantano le proprietà depurative, disintossicanti e di prevenzione delle malattie. Può essere utile nella lotta contro la cellulite perchè favorisce l’eliminazione delle tossine e dei liquidi in eccesso. Si può dimagrire digiunando? Funziona? Per certi versi sì, ma vedremo cosa dice la medicina a riguardo. È vero che il digiuno potrebbe essere il rimedio contro l’obesità ma i rischi per la salute sono moltissimi, tant’è che sul piatto della bilancia gli svantaggi sono sicuramente molto più numerosi dei vantaggi. Leggere per credere.
Cos’è il digiuno terapeutico.
Questa pratica deriva dalle tradizioni delle discipline orientali, a cui poi si sono aggiunti studi e ricerche che hanno dimostrato che l’uomo può sopravvivere in uno stato di totale assenza di cibo per circa 24 giorni, purché naturalmente venga mantenuta costante l’idratazione. Sulla base di queste teorie si sono sviluppati molti centri che spiegano come fare e propongono digiuni terapeutici di diversa durata, sostenendo che l’astinenza dal cibo possa avere grandi benefici per l’organismo. Secondo questa teoria infatti il non impegnare il corpo nel lavoro di metabolizzazione di nuove sostanze porterebbe l’organismo a concentrare tutte le sue energie nell’eliminazione di scorie e tossine, il che contribuirebbe ad apportare una nuova forza e vitalità a tutti gli organi interni all’epidermide, ecc..
Il digiuno è dunque la rinuncia volontaria al cibo per un periodo di tempo stabilito. I cardini della digiunoterapia sono:
- Rinunciare ai cibi solidi e introdurre solo liquidi, con l’ausilio di qualche integratore; solo in qualche caso può essere consentito mangiare piccole quantità di frutta e verdure crude.
- Astenersi da alcol, fumo, caffè.
- Rilassarsi: ridurre il ritmo di lavoro e allontanarsi dalla vita mondana; concentrarsi sulla propria interiorità, coltivare le proprie passioni, dormire almeno 8 – 9 ore per notte.
- Favorire la depurazione dell’organismo attraverso la respirazione, la traspirazione, la funzione renale e quella intestinale.
In questo modo si può ristabilire l’equilibrio psicofisico, compromesso dallo stress di tutti i giorni e da una cattiva alimentazione.
Pro e contro.
Pulisce l’intestino, elimina le tossine e i liquidi in eccesso | Si crea un deficit di tutti i nutrienti (carboidrati, grassi, proteine, vitamine, sali minerali) |
Viene prescritto per la preparazione ad un intervento chirurgico, per disintossicare l’organismo | Il corpo non riceve energia con gli alimenti quindi per avere glucosio deve degradare massa grassa ma anche massa magra |
Indicato nel postoperatorio e nelle malattie in cui è necessario mettere a riposo l’intestino | Produce molti danni a carico dell’apparato digerente e cardiovascolare, del sistema nervoso, irregolarità del ciclo mestruale e infertilità |
Come prepararsi al digiuno.
La preparazione è la fase di transizione graduale nella quale si passa da un’alimentazione solida a una liquida. È fondamentale scegliere un periodo adatto al digiuno, cioè sufficientemente lungo perchè la preparazione dovrà durare almeno gli stessi giorni del digiuno, privo di impegni improrogabili e in cui sia possibile dormire la giusta quantità di ore e condurre una vita più rilassata. Nei giorni di preparazione occorre:
- Dormire il più possibile.
- Cercare di allentare il ritmo lavorativo per non avere fonti di stress e preoccupazioni.
- Di norma circa una settimana prima dell’inizio del digiuno si deve seguire una dieta vegetariana o crudista, e diminuire gradualmente l’alimentazione a base di cibi solidi e aumentare di pari passo l’assunzione di liquidi.
Man mano che il digiuno vero e proprio si avvicina, l’alimentazione dovrà essere costituita esclusivamente da frutta e verdura centrifugata. Aglio e cipolla sono particolarmente indicati per i centrifugati perché favoriscono la depurazione dell’organismo.
Come fare il digiuno terapeutico.
Ovviamente non si può intraprendere un digiuno terapeutico prolungato senza allenamento. Per la prima volta è consigliato fare una prova di 3 giorni per “imparare” a digiunare. Dopo la preparazione, nel digiuno vero e proprio bere acqua sia di giorno sia di notte, purchè sia:
- distillata o in bottiglia, perchè in questo modo si evita di assumere tossine che invece si trovano nell’acqua di rubinetto,
- non gassata, perchè l’anidride carbonica aumenta il gonfiore addominale,
- con un pH compreso tra 6.4 e 6.9, in modo da introdurre sostanze acide e basiche in ugual misura,
- con residuo fisso non superiore a 50 mg/l perchè le acque minimamente mineralizzate sono più povere di minerali che potrebbero causare ritenzione idrica.
In alcuni casi il digiunoterapeuta può proporre un digiuno attenuato, cioè un digiuno in cui sia consentito mangiare una moderata quantità di frutta e verdura, ma esclusivamente crude, oppure può essere consigliata l’assunzione di tè verde, succo di limone, di pompelmo e centrifugati di verdure miste.
Nel corso del digiuno può essere utile assumere integratori. La spirulina apporta vitamine, sali minerali, proteine e la clorofilla, che ha proprietà depurative, e se ne consigliano 5 pasticche 3 volte al giorno. Sono poi indicati integratori a base di fibre, come lo psyllium e il glucomannano, e compresse di Echinacea che rafforza il sistema immunitario. L’aglio può essere assunto sia come ingrediente dei centrifugati sia sotto forma di compresse.
La ripresa dell’alimentazione.
Alla fine del digiuno bisogna riadattare l’organismo e in particolare l’apparato digerente alla reintroduzione di cibi solidi. Il riavvicinamento al cibo solido deve essere molto graduale tenendo sotto stretto controllo gli impulsi famelici conseguenti al digiuno.
Non si può ricominciare con un’alimentazione onnivora ma si riprenderà una dieta vegetariana, con l’ausilio di integratori biologici come alghe e fermenti lattici. Se per esempio il digiuno è durato una settimana, la rialimentazione dovrà durare 3 giorni, passando gradualmente dai liquidi ai solidi.
Quando digiunare e per quanto tempo.
I periodi più adatti sarebbero prima dell’inverno, nel solstizio d’inverno e nell’equinozio di primavera. Il digiunoterapeuta stabilisce per quanti giorni digiunare: si parte da un minimo di 3 giorni, una durata media di 7 giorni, per arrivare a un massimo di 45 giorni; sono stati documentati anche casi di digiuni guidati in centri specializzati durati anche 120 giorni. Il digiuno può essere condotto per un giorno dopo un’abbuffata oppure periodicamente per un giorno una volta a settimana o per 3 giorni due volte al mese o almeno due volte l’anno per una settimana.
Depurare lo spirito e il corpo.
Secondo i digiuno-terapeuti, il digiuno è fonte di salute, purificazione, autoguarigione e sarebbe benefico per la forma fisica perché consente:
- il riposo dell'apparato digerente,
- l'eliminazione delle tossine accumulate e dei liquidi in eccesso,
- il rinnovamento delle cellule invecchiate e degenerate,
- la perdita di peso: il digiuno instaura un bilancio energetico negativo (le calorie bruciate sono più di quelle introdotte che sono praticamente pari a 0) necessario per perdere peso.
Quanti chili si perdono? Ovviamente questo dipende dal metabolismo della persona, dalla durata del digiuno e dal tipo di digiuno; in linea di massima, una persona che brucia 2500 kcalorie al giorno e che pratica un digiuno assoluto perderà:
- In 3 giorni 1 kg;
- In 7 giorni 2.5 kg;
- In 45 giorni 15 kg.
Il digiuno fa ingrassare?
Il digiuno in se non fa ingrassare, il problema è che le carenze possono rallentare il metabolismo e favorire la perdita di massa magra, quindi si può riprendere il peso perso o anche di più se nella fase di rialimentazione non ci si controlla.
Per quanto riguarda gli aspetti psicologici, il digiuno può rappresentare un momento di introspezione, in grado di far affiorare le emozioni inibite e un’occasione per prenderci cura di noi.
Cosa accade quando si digiuna.
Quando si digiuna, il corpo non riceve dall’esterno le sostanze nutritive di cui ha bisogno, per cui deve ricavarle degradando sé stesso: questo processo è denominato dai digiuno-terapeuti "autolisi". Si attivano quattro vie metaboliche che a partire da substrati diversi producono glucosio:
- nella glicogenolisi l’organismo utilizza le riserve di glicogeno dei muscoli e del fegato;
- la gluconeogenesi produce glucosio a partire dal glicerolo ricavato dai trigliceridi del tessuto adiposo;
- la chetogenesi lo ricava a partire dagli acidi grassi, anch’essi prodotti a partire dal tessuto adiposo;
- la deaminazione proteica genera glucosio a partire dalle proteine dei muscoli.
In questo modo l’organismo consuma le sue riserve sia di carboidrati sia di grassi sia di proteine.
Digiuno e dimagrimento.
Come visto fin’ora quindi la pratica del digiuno fa effettivamente perdere peso, ma può essere utile approfondire quest’aspetto per capire perchè questa perdita non può essere considerata un reale dimagrimento, e quindi perchè è del tutto sbagliato pensare di digiunare per perdere i chili in eccesso.
Infatti il digiuno aiuta a bruciare i grassi ma cosa accade alla massa magra? Il corpo per ricavare glucosio preleva dal muscolo sia le proteine sia il glicogeno e di conseguenza si verifica la perdita della massa magra. Questa diminuzione comporta naturalmente perdita di tonicità muscolare a cui va aggiunto il fatto che allertato dallo stato di privazione, l’ organismo si abituerà a bruciare meno calorie. Una volta finito il digiuno quindi si avranno meno muscoli (motivo per cui l’ago della bilancia scende) ed un metabolismo più lento, il che fa innalzare notevolmente il rischio di ingrassare appena si torna ad alimentarsi in modo normale, riprendendo molti più chili di quelli persi con il digiuno.
Infatti il digiuno aiuta a bruciare i grassi ma cosa accade alla massa magra? Il corpo per ricavare glucosio preleva dal muscolo sia le proteine sia il glicogeno e di conseguenza si verifica la perdita della massa magra. Questa diminuzione comporta naturalmente perdita di tonicità muscolare a cui va aggiunto il fatto che allertato dallo stato di privazione, l’ organismo si abituerà a bruciare meno calorie. Una volta finito il digiuno quindi si avranno meno muscoli (motivo per cui l’ago della bilancia scende) ed un metabolismo più lento, il che fa innalzare notevolmente il rischio di ingrassare appena si torna ad alimentarsi in modo normale, riprendendo molti più chili di quelli persi con il digiuno.
Quando è indicato il digiuno?
Il digiuno è salutare? Fa bene o fa male? I medici consigliano il digiuno non certamente per la bellezza e per il dimagrimento, aspetti per cui come abbiamo visto la pratica del digiuno può essere addirittura dannosa, ma solo in rari casi in cui è necessario mettere a riposo l’intestino, come per esempio prima di un intervento all’addome, nel postoperatorio dopo un intervento di chirurgia dell’intestino o in presenza di una malattia dell’apparato gastroenterico (per esempio in caso di pancreatite acuta o di ileo paralitico). In tutti questi casi comunque è vero che l’intestino non lavora, ma l’organismo non viene lasciato senza nutrienti grazie all’applicazione delle flebo.
Effetti collaterali.
Naturalmente chi decanta le lodi del digiuno terapeutico non sottolinea mai il fatto che, soprattutto nei primi giorni di pratica, si può essere colti da giramenti di testa, apatia, debolezza muscolare, irritabilità ecc.. A questo proposito va ribadito che il digiuno terapeutico, anche se intrapreso per brevi periodi ha diversi effetti collaterali, non può mai essere improvvisato, è necessario infatti essere informati e guidati sia nella fase precedente che in quella di riavvicinamento al cibo.
Il digiuno terapeutico può causare danni:
Il digiuno terapeutico può causare danni:
- A carico dell’apparato digerente: comparsa di ulcere ed erosioni nelle pareti dello stomaco, atrofia della mucosa intestinale, aumento del rischio di calcoli alla colecisti. Questo accade perchè l’apparato gastroenterico non esercita più la funzione fisiologica di digestione, i villi intestinali si appiattiscono e la mucosa perde la sua naturale capacità di assorbimento.
- Nel sangue: aumento dei corpi chetonici (chetoacidosi) con disidratazione, ipotensione, tachicardia, nausea e vomito fino al coma; ipoglicemia; deficit delle proteine plasmatiche con rischio di malnutrizione.
- A carico dell’apparato cardiovascolare: il digiuno influenza la frequenza cardiaca causando bradicardia, aritmia, angina instabile per carenza di potassio che è il minerale che permette la contrazione del miocardio (muscolo del cuore). I rischi sono infarto e arresto cardiaco.
- Effetto sui muscoli: ipotrofia dei muscoli a causa della perdita di massa magra; i rischi sono flaccidità e rallentamento del metabolismo.
- A carico del cervello: il digiuno è dannoso per il sistema nervoso perché causa giramenti di testa, vertigini ed emicrania.
- A carico dell’apparato genitale femminile: il digiuno esercita un’influenza sugli ormoni femminili molto negativa determinando amenorrea e dismenorrea (rispettivamente assenza e irregolarità del ciclo mestruale), compromettendo quindi la fertilità della donna
- Altri effetti: carenza di vitamine e minerali, spossatezza, pressione bassa, edema da rialimentazione (eccessivo accumulo di liquidi a livello delle articolazioni; si può manifestare quando si ricomincia un’alimentazione normale).
Controindicazioni.
Tenendo presenti i possibili effetti indesiderati, possiamo dire che il digiuno terapeutico è assolutamente da sconsigliare:
- per il bruciore di stomaco, per l’esofagite e contro l’ileite ulcerativa,
- per cardiopatici che soffrono di aritmie maligne o che hanno avuto un infarto del miocardio da meno di 6 mesi,
- in presenza di malattie ad elevato catabolismo proteico come cancro, lupus e sindrome di Cushing,
- se si assumono farmaci che aumentano la perdita di proteine come steroidi e antineoplastici,
- per il diabete mellito e per la glicemia alta, per il rischio di ipoglicemia,
- per il fegato grasso (steatosi epatica) perchè la brusca perdita di peso potrebbe innescare la progressione della malattia verso la cirrosi,
- nel body building, perché si perde la massa muscolare,
- per la depressione perché il digiuno aumenta il senso di stanchezza e peggiora ulteriormente il tono dell’umore,
- per l’emicrania visto che il digiuno acuisce il mal di testa,
- in gravidanza e in allattamento perché c’è una carenza assoluta di tutti i nutrienti necessari
- dopo il parto (anche se non si allatta) perché digiunando è impossibile reintrodurre le sostanze perse con il parto, soprattutto proteine e liquidi
- a chi ha sofferto di anoressia nervosa, per l’alto rischio di recidiva.
Supervisione: Maria Grazia Cariello Collaboratori: Dott.ssa Vanessa Marrone (Dietista)