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Volevate una salute di ferro? Noi ve la daremo di alluminio!

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Quarantunomila europei hanno preso il morbillo nei primi sei mesi del 2018. 

L'allarme è stato lanciato ieri sulle principali testate televisive e radiofoniche, fra le notizie principali dei telegiornali. 
Insieme ai poveri morti nel crollo del ponte Morandi, insieme ai poveri cittadini molisani nel mezzo di un preoccupante sciame sismico, insieme al solito gracidare estivo che quest'anno comprende anche le molestie sessuali di un'attrice nei confronti di un minore, il selfie di un vicepresidente del consiglio in corso di cerimonia funebre, la ritrovata grinta del partito ex democratico, campione di discesa libera nei sondaggi e di arrampicata indoor nella giustificazione di errori e orrori compiuti negli anni di governo.
Ma ripartiamo da quei 41mila casi di morbillo. 
I tiggì gridano alla pandemia, come da copione in prossimità della riapertura delle scuole: il rischio, con Lega e 5 Stelle a Palazzo Chigi, è che i pericolosissimi bimbi non vaccinati possano entrare impunemente nelle scuole materne armati della loro salute di ferro, ma priva di alluminio, formaldeide, dna umano e animale e altri gingilli del genere.
Ecco quindi che i dati sull'incidenza del morbillo in Europa nel primo semestre 2018 vengono fuori a orologeria a fine agosto. E vengono presentati dalla stampa velinara come allarmanti, preoccupanti, temibili. Peccato che si ometta di comunicare alla popolazione teledipendente che ben 23mila di quei 41mila casi - dunque ben più della metà - si sono verificati in Ucraina. Peccato che si ometta di comunicare che la popolazione europea conta 739 milioni e 495mila persone, evidenziando una percentuale di incidenza del *piccolo morbo* davvero irrisoria. Peccato che si ometta di comunicare che la maggior parte dei malati è adulta e, ça va sans dire, in numerosi casi perfino vaccinata.
Scopriamo infatti, non accontentandoci della narrazione omologata, scarna e scandalistica che la tv ci offre, che in un ospedale di Porto, in Portogallo, si è verificata - fra marzo e aprile 2018 - una epidemia di morbillo le cui caratteristiche offrono enormi spunti di riflessione. Dai dati pubblicati da Eurosurveillance - bollettino ufficiale europeo di sorveglianza epidemiologica - https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/1560-7917.ES.2018.23.20.18-00224 - emerge che su 211 casi notificati nell'intera nazione in quel periodo di riferimento, ben 96 si sono verificati all'interno dell'ospedale, dei quali ben 86 fra operatori sanitari di vario livello, il 69 per cento dei quali completamente vaccinato (con due richiami di vaccino specifico). Già questa sarebbe una notizia da telegiornale: come può accadere che soggetti teoricamente immunizzati come da protocollo contraggano la malattia e ne diventino inconsapevoli vettori (un paziente ospedalizzato per altre cause è stato contagiato)?
Si scopre inoltre che - all'interno dell'ospedale, la massima incidenza della malattia avviene in individui fra i 18 e i 29 anni (52,1%) e fra i 30 e i 39 (40,6%), un solo bambino/ragazzo di fascia 0/17 e 5 individui fra i 40 e i 49 anni. Qui, un altro interrogativo da tiggì o da persona quantomeno curiosa: neanche un caso di morbillo viene registrato fra operatori e/o pazienti fra i 60 e gli 89 anni. Eppure le persone in là con l'età dovrebbero essere più fragili ed esposte… Cosa succede? Succede forse che quelle persone avevano contratto naturalmente la malattia, come era normale fino all'introduzione dei vaccini e che quella immunità è la sola che fornisca davvero garanzia a vita, come dimostra quel 69 per cento di medici e personale ospedaliero portoghese contagiato nonostante la doppia dose di vaccino MPR.
E' appena il caso di sottolineare come la stessa "anomalia" sia riscontrabile nei dati forniti in Italia da Epicentro, il bollettino epidemiologico dell'Istituto Superiore di Sanità - http://www.epicentro.iss.it/…/bollettino/RM_News_2018_43.pdf - nel quale si scopre che nei primi sei mesi del 2018, sui 2029 casi di morbillo segnalati, neanche uno riguardi gli ultrasessantenni.
Ed è appena il caso di segnalare che, sul medesimo bollettino di Epicentro si scopre che il totale di casi di morbillo confermati in Europa nel primo semestre 2018 sia in realtà poco più di 13mila e 500. Gli altri 27mila e 500 dove sono finiti? 
Mai confermati da esami di laboratorio. Sic.
Nell'aria, poi, di fronte a questa cascata di numeri e agli allarmi corali dei tiggì di Stato, libra una domanda su tutte: ma se grazie alla Legge Lorenzin si è raggiunta la soglia richiesta del 95% di copertura per morbillo, il tanto proclamato "effetto gregge" che fine ha fatto? Io un'idea me la sono fatta. E voi?

Rossella Trabace
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