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venerdì 10 maggio 2024

AstraZeneca ammette la relazione tra il suo vaccino COVID-19 e la trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS)

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AstraZeneca ha finalmente ammesso che il suo vaccino contro il COVID-19 può causare trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS), una condizione rara ma grave.


Questa ammissione è avvenuta durante un procedimento legale presso l'Alta Corte del Regno Unito, dove l'azienda farmaceutica ha presentato documenti affermando che il loro vaccino "può, in casi molto rari, causare la TTS".


Di Salvatore Calleri (NatMed)

Fonte dailymail.co.uk

La notizia arriva mentre decine di famiglie colpite da lesioni da vaccino si battono per ottenere giustizia in tribunale. Nonostante le clausole di indennizzo firmate dai governi con le aziende farmaceutiche, molte famiglie si sono unite per affrontare AstraZeneca in tribunale, accusando il suo vaccino di essere "difettoso" e di causare gravi disturbi della coagulazione del sangue, incluso il TTS.

Gli avvocati delle famiglie colpite affermano che alcuni casi potrebbero valere fino a 20 milioni di sterline di risarcimento, ma il processo per dimostrare il danno da vaccino è faticoso e dispendioso. Le famiglie devono trovare testimoni medici disposti a sfidare le convenzioni mediche tradizionali e a combattere la propaganda dell'industria farmaceutica.

Inoltre, l'azienda farmaceutica non sarà ritenuta responsabile penalmente o civilmente per i danni causati dal suo vaccino, grazie a clausole di indennizzo che obbligano i contribuenti a coprire gli accordi di risarcimento.

La complicazione legata al vaccino, nota come trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT), è stata studiata da medici ed esaminatori. Si ritiene che il virus modificato all'interno del vaccino possa scatenare una reazione autoimmune contro una specifica proteina nel sangue, causando la formazione di coaguli.

Una delle vittime del vaccino di AstraZeneca è Jamie Scott, un ingegnere informatico e padre di due figli, che ha subito un'emorragia cerebrale dopo aver ricevuto il vaccino nell'aprile del 2021, lasciandolo con una lesione cerebrale permanente. Sua moglie ha sottolineato la necessità di scuse e di un giusto risarcimento per le famiglie colpite.

Attualmente ci sono oltre 50 casi di VITT in attesa presso l'Alta Corte, con danni che potrebbero superare i 100 milioni di sterline in totale. Inoltre, l'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari ha documentato 81 decessi nel Regno Unito legati alle complicazioni della coagulazione del sangue associate al vaccino AstraZeneca.


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domenica 10 aprile 2016

Infarto: Ecco 4 Sintomi Allarmanti!

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Riconoscere i sintomi di un inizio di infarto e i relativi fattori di rischio, può salvare numerose vite

L’infarto, occupa il primo posto in classifica tra le maggiori cause di morte più diffuse ai giorni nostri, negli Stati Uniti e anche in Italia. Questo dato di fatto costituisce un motivo in più per documentarsi su quali siano le cause principali di un infarto del miocardio: la parola stessa ne indica il significato, “Mio” è riferito al muscolo, “cardio” sta per cuore e “infarto” significa morte del tessuto per carenza di ossigeno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha definito quali sono i 5 fattori che influiscono ad incrementare l’esposizione a un infarto miocardico:
  • Diabete, può manifestarsi dall’infanzia o più comunemente nelle persone di mezza età e/o in sovrappeso.
  • Obesità, elevata percentuale di grasso presente nel corpo, di conseguenza elevato livello di colesterolo presente nel sangue, pressione alta e diabete, aumentando il rischio di malattie al cuore.
  • Alimentazione scorretta, soprattutto dopo un episodio di infarto è fondamentale seguire una dieta corretta, suggerita da un medico.
  • Eccessiva assunzione di tabacco e alcool, in particolar modo il fumo causa il danneggiamento delle arterie, dando luogo alla formazione di colesterolo e di altre sostanze che ostruiscono l’afflusso del sangue. Inoltre può portare alla formazione di coaguli di sangue mortali che inducono l’infarto. Anche l’eccessiva assunzione di alcool può aumentare la pressione sanguigna e i livelli di trigliceridi, aumentando i rischi di attacco cardiaco.
  • Inattività fisica, un buon livello di esercizio fisico riduce il rischio di infarto e favorisce la riduzione della pressione sanguigna alta. Mentre l’inattività fisica causa l’aumento del colesterolo nel sangue e l’obesità.

Infarto Sintomi: i campanelli di allarme da non sottovalutare

I sintomi di un attacco di cuore, possono arrivare senza alcun preavviso ed è bene essere informati su come si manifestano, a scopo preventivo.
Qui di seguito i 4 sintomi più diffusi:
  • Sensazione di pressione al torace, si tratta del sintomo più comune che si presenta come un dolore o fastidio al petto, può durare pochi minuti o sparire e ripetersi in futuro. Questo dolore solitamente si espande anche a spalla, braccio, schiena, denti e mandibola.
  • Prolungata ed eccessiva sensazione di affaticamento, dovuta al restringimento delle arterie e all’insufficiente afflusso di sangue al cuore.
  • Vertigini e sudorazione fredda (anche questo sintomo è dovuto alla cattiva circolazione del sangue).
  • Raffreddore o sintomi influenzali, in base a delle statistiche è stato rilevato essere uno dei sintomi che si presenta qualche giorno prima di un infarto. Da non sottovalutare specie se si manifesta di frequente.

Curiosità:

Si parla di infarto intestinale, quando i vasi sanguigni che affluiscono all’intestino, si ostruiscono riducendo l’afflusso di sangue, causando dolore e lesioni permanenti all’intestino. I sintomi possono verificarsi improvvisamente o in maniera graduale e riguardano: dolori all’addome, attacchi frequenti di diarrea, addome gonfio, tracce di sangue nelle feci, nausea, vomito, febbre e perdita di peso involontaria.
Altra categoria è quella dell’infarto polmonare, anch’esso derivante dall’insufficiente o assente afflusso di sangue ai polmoni che causa la necrosi di parte del tessuto che li costituisce. I fattori che incrementano il rischio di un infarto polmonare sono: il fumo, l’arteriosclerosi, deficit motori, tumori in atto, l’assunzione di pillola anticoncezionale, interventi chirurgici alle ossa e la presenza di vene varicose.

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