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martedì 15 maggio 2018

La negatività è contagiosa: circondati di persone che riescono a tirare fuori il meglio di te

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Gli atteggiamenti e gli stati d’animo altrui, possono essere “contagiosi” e riescono ad influenzarci soprattutto quando vi restiamo esposti per molto tempo.
Questo accade solitamente alle persone empatiche, a coloro che riescono a mettersi nei panni degli altri e non si rendono conto di quanto facile sia assorbire la negatività di chi li circonda.
La negativa genera maggiore negatività
Anche se non siamo sempre disposti ad ammetterlo, uno studio condotto dall’Università dell’Indiana ha rivelato che le opinioni degli altri ci influenzano e influenzano il nostro comportamento.
Questi psicologi hanno scoperto che le opinioni negative hanno un impatto maggiore e generano un cambiamento di atteggiamento rispetto alle opinioni positive.
Nell’esperimento, i partecipanti allo studio hanno esaminato diversi prodotti.
Poi hanno condiviso le loro opinioni con gli altri, sia positive che negative. 
I ricercatori hanno rilevato che le opinioni negative hanno influenzato l’atteggiamento dei partecipanti nei confronti dei prodotti.
Ma c’è una cosa ancora più sorprendente: le persone che in precedenza avevano avuto un atteggiamento positivo, erano i più suscettibili all’influenza delle opinioni negative degli altri.


Inoltre quando a queste persone è stato concesso di interagire faccia a faccia con coloro che avevano le opinioni negative, la negatività è aumentata
Questo esperimento invia un chiaro messaggio: la negatività genera più negatività

La tristezza si diffonde come un virus
Gli psicologi dell’Università di Harvard hanno analizzato il legame tra stati emotivi e modelli relazionali.
Non hanno tenuto conto delle emozioni spontanee e condivise che spesso proviamo quando condividiamo le stesse esperienze con gli altri, ma si sono piuttosto concentrati sull’impatto dei cambiamenti emotivi che influenzano gli stati emotivi delle persone più vicine a noi.

Hanno scoperto che esiste un “modello di propagazione”, come per i virus, e che le fonti di infezione sono maggiori nel caso della tristezza piuttosto che della felicità.
In altre parole, ogni amico felice aumenta le nostre possibilità di essere felici dell’11%, ma basta un solo amico triste per raddoppiare le nostre possibilità di essere infelici.

Gli psicologi concludono dicendo che le emozioni negative sono come l’influenza: più amici abbiamo che si ammalano , maggiori sono le possibilità di contrarre l’infezione.
Questo vale anche per la tristezza e per la disperazione.

Anche l’ostilità e il cattivo umore sono contagiosi
Siamo spesso a contatto con il cattivo umore e l’ostilità e, non appena questo accade, qualcosa cambia nel nostro cervello, cambia il nostro modo di percepire il mondo. Interpretiamo le interazioni in modo più rude e questo ci farà assumere lo stesso atteggiamento ostile e ombroso che finirà per diffondersi.
Tutto ciò è stato dimostrato dagli psicologi dell’Università della Florida che hanno chiesto ad un gruppo di persone di partecipare ad un incontro con un partner assegnato in modo casuale.
I ricercatori hanno scoperto che gli individui maggiormente esposti ad atteggiamenti rudi, mostravano più probabilità di essere scortesi con il partner successivo.

Successivamente hanno chiesto ai partecipanti di comporre delle parole com una serie di lettere confuse messe a loro disposizione.
In questo modo hanno osservato che coloro che erano stati esposti ad un atteggiamento rude, trovavano con più facilità le parole relative alle emozioni negative.
Questo dimostra che le interazioni agiscono come un filtro, quindi se siamo esposti a interazioni negative, tendiamo ad analizzare tutto da un punto di vista negativo e questo è esattamente ciò che vediamo.

Circondati di persone che tirano fuori il meglio di te
Anche se non lo vogliamo, gli umori delle persone intorno a noi, possono avere un grande impatto sulle nostre emozioni e atteggiamenti. Questo è il motivo per cui è importante essere molto attenti quando scegliamo le persone da far entrare nella nostra cerchia ristretta .
Essere costantemente esposti al cattivo umore e alla negatività finirà per presentare un conto da pagare, quindi è fondamentale essere circondati da persone che possono tirar fuori il meglio da noi. Ovviamente, dobbiamo anche assicurarci di diventare noi stessi persone da cui gli altri possano percepire un’energia positiva.
La buona notizia è che quando siamo consapevoli del fatto che c’è un contagio emotivo , possiamo agire come equilibratori, incoraggiando gli altri a concentrarsi sul lato più positivo delle cose. È vero che le emozioni positive sono molto meno contagiose, ma è un grande dono che possiamo offrire a qualcuno quando sta passando un brutto momento.
Tratto da: www.mysocialnews.info

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martedì 5 aprile 2016

Chi vi fa arrabbiare vi domina

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arrabbiarsi
Chi vi fa arrabbiare vi domina. Ecco perché le persone che vi fanno arrabbiare esercitano il controllo sui vostri sentimenti. Consigli per imparare a non restare feriti emotivamente
Chi vi fa arrabbiare, vi domina”, è difficile da ammettere ma è quasi sempre così: chi vi fa arrabbiare esercita un controllo delle vostre emozioni.
“Perdere la pazienza significa perdere la battaglia”
(Mahatma Gandhi)
La rabbia se da un lato è una delle emozioni più diffuse dall’altra è uno dei campanelli d’allarme che vi dovrebbe far capire che vi stanno dominando. Rifletteteci: chi vi fa arrabbiare è colui che in qualche modo, contro la vostra volontà, genera emozioni tossiche, negative.(Leggete anche: Pensiero pensiero tossico: come evitarlo per vivere liberi).

Rabbia: capire se stessi per affrontare gli altri

Spesso vi arrabbiate poiché concedete all’altra persone di farlo, di dominarvi. Trattenere la rabbia è uno dei gesti meno salutari per il corpo e la psiche, tuttavia è importante riuscire a distinguere le proprie emozioni, riuscire a comprendere da dove provengono in modo da riconoscerle e capire il vostro vero “io”. Si spendono tante energie per comprendere gli altri ma capire se stessi è la vera sfida.
“Ci sono rimasto male”.
“Mi hai profondamente offeso”.
“sono molto arrabbiato per colpa tua”.
Quando vi arrabbiate tendete ad associare tutta quella rabbia semplicemente alla persona che ha in qualche modo “acceso la miccia”. Le emozioni sono soggette ad una sorta di “effetto domino”, se siete nervosi, ansiosi, colmi di negatività, molto probabilmente sarete più soggetti ad exploit di rabbia. Tutto dunque dipende da voi, dalla vostra capacità di affrontare la vita con serenità.

Rabbia: perché ci si sente feriti?

Il problema della rabbia, soprattutto quella legata a questioni emotive, di sentimenti, è che tendete a percepire la vostrapersonalità, identificandola con la considerazione che gli altri hanno di voi (ego). In pratica vi fate condizionare dalle parole degli altri, inconsciamente è come se, nel momento in cui ricevete un’offesa, questa metta in discussione tutto ciò che siete e dunque vi arrabbiate.
Ricordate che le ferite emotive provocate dai momenti di rabbia le state innescando voi in realtà. L’opinione degli altri è solo un’opinione, non rispecchia ciò che siete.

Perché ci arrabbiamo? 

Rabbia vs Controllo

Uno dei problemi della rabbia è l’eccessivo livello di aspettative. Nel momento in cui la realtà si discosta da ciò che avevate previsto si genera un senso di frustrazione. La mancanza di corrispondenza tra quanto previsto e ciò che è accaduto, può generare un profondo senso di rabbia.
Se ad offendervi è uno sconosciuto sicuramente tale offesa non avrà lo stesso peso se fatta da una persona con la quale avete una relazione affettiva. Questo poiché non avete alcuna aspettativa dall’estraneo, mentre se viene messa in discussione la vostra persona da qualcuno al quale volete bene, il discorso cambia, vi sentirete feriti.
Quando si parla di rabbia è inutile piangere sul latte versato o dare la colpa solo ed esclusivamente agli altri. Vi arrabbiate perché voi decidete di arrabbiarvi. Siete voi che cedete a insulti o provocazioni. È una vostra decisione. Certo è anche vero che spesso la strada che porta ad arrabbiarsi è in qualche modo spianata dall’atteggiamento provocatorio di qualcun altro ma arrendersi a questi comportamenti indisponenti non è la soluzione. Dovete essere pienamente consapevoli, responsabili del vostro atteggiamento, del vostro modo di comportarvi.

Rabbia: come non ferirsi

È importante quindi prendere le distanze dal proprio ego e iniziare ad assumersi le responsabilità del proprio essere, delle proprie emozioni. In questo modo riuscirete a non restare emotivamente feriti quando vi arrabbiate. Voi siete molto di più rispetto a ciò che pensano gli altri. È facile collegare il proprio Io con ciò che è percepito dall’esterno ma non è così. Ciò che appare all’esterno infatti non sempre coincide con quanto siete  in realtà. È importante esserne consapevoli. Comprendere che ciò che siete, ciò che volete vi aiuterà a vivere meglio.

Come imparare a non arrabbiarsi

– Abbiate rispetto gli altri e per voi stessi.
– Respirate profondamente, l’ossigeno vi aiuterà a riflettere meglio, ricordate che quando vi arrabbiate vi state facendo dominare dall’altra persona.
– Credete in voi stessi, avere un buon livello di autostima aiuta a difendersi dagli insulti.
– Siate flessibili mentalmente, cercate di capire gli altri punti di vista, senza dimenticare ciò che siete.
– Ricordate che ciò che siete non è legato a ciò che gli altri dicono di voi, voi siete molto molto di più!

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martedì 1 marzo 2016

Le forme pensiero incidono sulla qualità della nostra salute

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Cervello - DNAQuando una persona è molto ansiosa o depressa, è probabile che la malattia, oltre ad agire a livello psicologico, scateni una serie di sintomi fisici.
La nostra mente è tanto potente da permetterci di influire sul nostro stato fisico. Negli ultimi anni abbiamo visto come la porta tra corpo e mente si apre di pari passo, essendo queste due parti relazionate in modo molto più stretto di quanto possiamo immaginare.
Tutti noi ci siamo ammalati e abbiamo avuto la sensazione che la malattia fisica provocasse una sorta di “incarceramento” della nostra mente.
La sentivamo più pigra e pesante del solito, si rifiutava quasi di pensare.
Gli studi effettuati negli ultimi anni ci dicono che uno stato di benessere mentale si associa ad uno stato fisico migliore, tanto dello stato reale dello stesso, quanto della percezione che abbiamo di esso.
Sembra che l’ordine e la speranza che dimorano nelle nostre idee abbiano la capacità, tramite il funzionamento del nostro sistema nervoso, di trasformarsi in un migliore stato fisico.
Spiegato al contrario, questo significa che siamo più inclini a contrarre malattie quando la nostra mente è squilibrata, ovvero che l’ansia e la depressione sono malattie mentali che possono contribuire alla comparsa di sintomi fisici indesiderati.
Come funziona il processo di trasformazione?
Pensiamo per un attimo a quei momenti in cui ci sentiamo ansiosi. Il nostro cuore inizia a battere più forte e più velocemente del solito, le nostre mani iniziano a tremare e, spesso, si inizia a sudare.
Tutti questi sono sintomi che compaiono perché è la nostra mente che fa muovere il nostro corpo, alterando le costanti in un modo simile a quando cominciamo a fare attività fisica.
Tuttavia, c’è una differenza molto grande: l’esercizio non si produce. Il corpo difficilmente può liberarsi di tutta quell’energia che si sta producendo e che comporta una pressione enorme sul nostro sistema nervoso.
Le vene e le arterie che si diramano nei nostri muscoli si dilatano appena e, inoltre, il nostro cuore inizia a pompare moltissimo sangue.
Cosa succede allora?
Immaginate che una moltitudine di macchine circolino in autostrada e che, improvvisamente, l’autostrada finisca e tutte le macchine debbano passare per una strada secondaria. Il risultato è un collasso quasi sicuro.
È la stessa identica cosa che succede al nostro corpo.
Abbiamo un cuore che invia macchine e macchine, e il resto del corpo incapace di assorbirle. Se questa situazione persiste per poco tempo o non è particolarmente intensa, l’ingorgo poco a poco si risolve.
Tuttavia, quando l’intensità è continua e molto forte, possono scaturirne gravi danni.
Una delle relazioni più evidenti è quella del funzionamento del nostro sistema cognitivo con la forza del nostro sistema immunitario.
Quando la nostra mente non funziona bene, è molto comune che si rivolti contro lo stesso corpo e che potenzi internamente qualche attacco che si ripercuoterà all’esterno.
In questo senso, la nostra mente è come un computer e il nostro sistema immunitario un antivirus. Se il nostro computer funziona male, disattiva l’antivirus, rendendo l’accesso dei virus molto più facile.
Questa debilitazione, inoltre, non si presenta quando soffriamo di stress, ma quando lo stress scompare.
Che ruolo svolge il nostro cervello?
Non bisogna dimenticare che, dietro le nostre idee e i nostri pensieri, esiste un collegamento chimico con il nostro sistema biologico. Una struttura fondamentale è l’ipotalamo, che svolge un ruolo molto importante nella regolazione ormonale.
La peculiarità di questa piccola struttura è che è tremendamente reattiva di fronte ai nostri pensieri, che si tratti di ricordi, interpretazioni di stimoli presenti o anticipazioni di fatti futuri.
Così, il nostro ipotalamo può svegliarci in modo da agire più velocemente, rilassarci per addormentarci o potenziare la sensazione di piacere.
Che influenza ha la nostra condotta?
Fino ad ora abbiamo parlato di come la mente può influire in maniera diretta sul nostro corpo, ma non dobbiamo dimenticare qualcosa di altrettanto importante, quanto si verifica tramite la nostra condotta. Facciamo un esempio:
Tutti attraversiamo tappe della vita che non sono particolarmente allegre o motivanti. Difatti, anche se non abbiamo mai sofferto di depressione, alcune delle sensazioni che sperimentiamo durante questi periodi assomigliano a quelle che si producono quando si soffre di questa malattia, anche se è più comune che non siano tanto intense, né ripetitive.
Ebbene, in questi periodi una delle cose che facciamo è abbandonare alcuni aspetti della nostra cura personale. In questo senso, uno dei è la dieta. Sacrifichiamo gli alimenti che ci piacciono meno e che solitamente sono i più sani a favore di quelli che ci danno piacere.
Perché lo facciamo? È una questione di equilibrio. Tramite il gusto, proviamo ad ottenere il piacere che ci sembra di aver perso in altri aspetti della vita.
Sfortunatamente, l’immagine delle ragazze delle serie televisive sedute sul sofà, che mangiano vaschette intere di gelato dopo una rottura amorosa, è reale.
È il nostro modo nocivo per far si che l’ipotalamo restituisca alla nostra mente la sensazione di benessere che abbiamo perso. È il nostro modo per evitare che compaiano pensieri negativi. Un modo controproducente per la salute del nostro corpo.
Tuttavia, la perdita di questo equilibrio non è l’unico motivo per cui trascuriamo la nostra dieta. Un altro fattore importante è che con la tristezza perdiamo la motivazione.
Le ragioni (i pensieri) che prima ci sembravano importantissime per prenderci cura di noi stessi, adesso possono essere passate in secondo piano rispetto a ciò che ha provocato in noi tristezza e ci tormenta.
Azioni che prima ci sembravano quotidiane, adesso sembrano costarci care. Cerchiamo di semplificare la nostra routine, come andare al supermercato una volta usciti da lavoro, sostituendolo con una pizza a domicilio, di gran lunga più semplice.
Il rovescio della medaglia
Fino ad ora abbiamo parlato di come i pensieri negativi ci debilitano, ma esiste, come in ogni cosa, il rovescio della medaglia. Vari studi realizzati su persone malate hanno dimostrato che un atteggiamento mentale positivo ha reso possibile un pronostico di miglioramento.
Questo può avvenire grazie all’azione diretta dei pensieri tramite la biochimica corporea oppure tramite l’intervento di strumenti di controllo della malattia, come la realizzazione di esercizio fisico o la cura della dieta.
Vi invitiamo a prendervi cura al massimo della vostra salute mentale, perché, tramite questa, animerete il resto del vostro corpo. Che ne dite, ne vale la pena?

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