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lunedì 14 gennaio 2019

Vaccinegate: Primi risultati sul profilo di composizione chimica Gardasil 9


Vaccinegate: Primi risultati sul profilo di composizione chimica Gardasil 9

Arriviamo con questa analisi al quarto vaccino analizzato con questa metodica, che mira a determinare la composizione chimico-proteica delle fiale analizzate.

In questa occasione ci siamo concentrati su un vaccino che non è obbligatorio in Italia, quello contro il papilloma virus, ma che ha fatto molto discutere nel recente passato per le numerose segnalazioni di sospette reazioni avverse pervenute nel tempo. I vaccini anti-Hpv hanno fatto molto discutere, anche fuori dall’Italia; da qui la decisione di dedicare la nostra attenzione anche a questo prodotto.

ATTENZIONE: Gardasil 9 è un vaccino anti-Hpv che dovrebbe contenere, da foglietto illustrativo, 9 antigeni, per 9 diversi sottotipi del virus Hpv (sottotipo 6 -11 - 16 - 18 - 31 - 33 - 45 - 52 - 58). Non sono però stati rilevati tutti gli antigeni che vengono dichiarati, ma solo 7 su 9.

In riferimento alla metodica, alle contestazioni e critiche di tipo tecnico mosse nelle ultime settimane, abbiamo risposto (link report https://goo.gl/WfRBJB) con la relazione finale delle analisi. Suggeriamo la lettura e la diffusione di questo documento, insieme al resto, perché le spiegazioni sono piuttosto circostanziate e precise.

In questo campione di Gardasil 9 sono state riscontrate, come per i precedenti vaccini analizzati:

  • Contaminazioni chimiche provenienti dal processo di lavorazione o da contaminazioni crociate con altre linee di produzione

  • Tossine chimiche

ANTIGENI: come anticipato, Gardasil 9 è un vaccino anti-Hpv che dovrebbe contenere, da foglietto illustrativo, 9 antigeni, per 9 diversi sottotipi del virus Hpv (sottotipo 6 -11 - 16 - 18 - 31 - 33 - 45 - 52 - 58). Di questi, NON sono stati rilevati:
  • Proteina L1 Tipo 11 di Papillomavirus Umano (uno dei sottotipi che più comunemente vengono associati a lesioni del collo dell’utero)
  • Proteina L1 Tipo 58 di Papillomavirus Umano (uno dei sottotipi che più di frequente è associato al cancro al collo dell’utero)
Questi due sottotipi non sono stati rilevati con la metodica in uso (a differenza dei restanti 7).

 Anche in questo caso, quindi, ci troviamo di fronte ad un prodotto che NON sembra contenere quanto dovrebbe contenere. Ovvero, di 9 antigeni, ne sono stati rilevati solo 7. 
Questo apre una questione importante sulla conformità del prodotto. Questione che non sta a noi dirimere, e che come sempre giriamo a chi di competenza. 
Oltre a ciò, sono stati riscontrati 338 segnali di contaminanti chimici di cui il 22% noto. Anche questo dato è in continuità coi precedenti.
Tra questi segnali sono state identificate anche 10 tossine chimiche, probabilmente provenienti dal processo di lavorazione degli antigeni o da altri processi di produzione presenti nella sede di produzione del vaccino.

In conclusione, anche Gardasil9 - così come gli esavalenti Hexyon ed Infanrix hexa nonché il quadrivalente Priorix Tetra - secondo la metodica da noi commissionata, lascia enormi dubbi sia sull’efficacia che sulla sicurezza.
Questi prodotti, come ogni altro prodotto farmaceutico, presentano effetti indesiderati e possono scatenare reazioni avverse di varia entità, anche gravi. Se l’efficacia viene messa in dubbio dalla mancanza di uno o più antigeni rispetto a quanto dichiarato dal produttore, questo deve essere un dato noto a chi si sottopone alla loro somministrazione (diversamente si configurerebbe una condotta truffaldina da parte di chi lo vende e di chi lo somministra); per questo motivo è di fondamentale importanza proseguire nella ricerca scientifica in merito al contenuto dei vaccini, in considerazione del fatto che la popolazione pediatrica è la maggior destinataria, che i soggetti cui vengono somministrato non soffrono di alcuna patologia manifesta, e che vi è una indicazione di necessità di profilassi preventiva mediante questi prodotti da parte delle istituzioni, le quali sono quindi direttamente coinvolte nella valutazione anche del loro profilo di sicurezza e della loro conformità.

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venerdì 11 gennaio 2019

Walter Ricciardi…un altro Burioni…

Nella foto un giornale con un articolo principale veritiero.


Walter Ricciardi…un altro Burioni…

Walter Gualtiero Ricciardi e’ il presidente dell ‘Istituto superiore di sanità, che è un ente di diritto pubblico ma la finanziatrice dei lavori di costruzione dell’Istituto era stata la statunitense Rockefeller Foundation.Quindi e’ un ente di diritto pubblico ma costruito da privati e gia’ questo basterebbe a capire come funziona.

Tutto diventa un po’ piu’ chiaro quando arriva un finanziamento da parte della Merck la multinazionale farmaceutica leader nel settore dei vaccini, al dipartimento di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, diretta proprio dal Ricciardi e dove l’esimio insegna.

La donazione di 600mila euro (anche se l’università dichiara 200mila) finanzierebbe un posto da ordinario a chiamata diretta nel settore Igiene generale e applicata della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Il nome del beneficiario è già uscito: Stefania Boccia , professore al dipartimento di igiene della Cattolica e segretario nazionale della SItl, la Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva.
Guarda caso la società che ha partecipato alla stesura del Piano Vaccinale.
Proprio come Burioni che e’ socio di una societa’ che produce vaccini ci troviamo di fronte all' ennesimo conflitto di interessi che stende gli italiani, costretti a vaccinarsi con vaccini che contengono metalli pesanti, feti umani abortiti,coltura cellulare di embrione di pollo e siero fetale bovino.
 
Ricapilando
Il dottor Walter Ricciardi , consulente del Ministero per il decreto sui vaccini, che ha svolto con il suo Iss un ruolo significativo nella predisposizione del Piano Nazionale Vaccinale 2017-2019, e’ collegato con la ditta che produce vaccini… la Merck appunto.
Questo è un conflitto d’interessi gravissimo visto il vergognoso, illiberale e incostituzionale decreto.
 
Walter Gualtiero Ricciardi è quello che ha pubblicamente ringraziato l’ordine di Treviso per aver radiato – senza alcuna motivazione – uno dei più bravi medici italiani, il dottor Roberto Gava. «Grazie, è il primo allontanato per il suo comportamento non etico e antiscientifico nei confronti dei vaccini».
 
Aveva perfettamente ragione Ricciardi, perché dopo Gava è stato radiato il dottor Dario Miedico. E ora le epurazioni andranno avanti senza tregua fino a che la classe medica non avrà un rigurgito di dignità e moralità.
Quindi colui che critica senza mezzi termini il dottor Roberto Gava per comportamenti non etici è quello che avrebbe collegamenti e intrallazzi con le lobbies farmaceutiche. Ipocrisia e arroganza a livello patologico!
La tristissima situazione italiana è la seguente: i politici sono i camerieri dei banchieri; l’economia è controllata e fagocitata dalla finanza internazionale; la Scienza, quella basata sulle evidenze, è gestita dalle corporation chimiche che decidono e impongono i protocolli terapeutici; la salute pubblica è nelle mani di una ministra incapace di parlare ma bravissima nello sfornare dati falsi; l’Istituto Superiore di Sanità è diretto da un medico che collabora con i produttori di farmaci e vaccini.
Non male direi…
 
Ps Dopo avere fatto la sua parte di danni a natale 2018 Walter Ricciardi si e’ dimesso…
ora tocca a un altro la gogna del traditore.

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GASTRITE, REFLUSSO... O COSA??? SI PUÒ VIVERE MEGLIO SE SAI COME FARE.

Grafico illustrativo del reflusso gastroesofageo

GASTRITE, REFLUSSO... O COSA???  SI PUÒ VIVERE MEGLIO SE SAI COME FARE. 



Dato che i sintomi da #reflusso #gastroesofageo sono legati al passaggio di acido dallo stomaco verso l'alto, la prima cosa che ANDREBBE PROPOSTO a chi soffre di questo disturbo sono CAMBIAMENTI NELLO STILE DI VITA E nel regime ALIMENTARE.
Così come consiglierebbero l'OMS e le maggiori società scientifiche Italiane. 

Dalla bacheca Facebook del Dott. Gabriele Prinzi

L'obiettivo è rendere il pasto piu' digeribile, così da produrre meno acido e per il minor tempo possibile.
Perchè già col gastroprotettore digerisci peggio, visto che riduce la capacità dello stomaco di fare il suo lavoro...
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Dall'altro lato è utile evitare quei comportamenti (anche alimentari) che fanno aprire lo sfintere esofageo inferiore (la bocca dello stomaco).
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I CONSIGLI:
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1) PERDI PESO (non è strano che tutti gli obesi soffrono con il reflusso?)
2) Evita ABITI STRETTI o CINTURE STRETTE
3) Evita o RIDUCI il FUMO e quei FARMACI che riducono il tono muscolare dello sfintere esofageo inferiore: FANS e anti-infiammatori, calcio-antagonisti, anticolinergici, dopamina.
4) EVITA quelle attività fisica che aumentano la pressione all'interno della pancia (panca, addominali) o fai attività fisica a stomaco vuoto.
5) Fai PASTI PICCOLI e frequenti (diminuisci le porzioni) e SEMPLIFICA IL PASTO (in arrivo il post sulla lavatrice!)
6) EVITA la LATTUGA e gli INSALATONI la sera (i succhi gastrici hanno grande difficoltà a digerire la cellulosa).
7) EVITA la FRUTTA a STOMACO PIENO.
8) Mastica lentamente e GODITI ciò CHE MANGI (riscopri i sapori).
9) MANGIA in SILENZIO, spegni la TV, staccati dal cellulare e EVITA DI LITIGARE o di rimuginare su pensieri negativi
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10) EVITA O RIDUCI QUESTI CIBI:
- CIBI ad alto contenuto di GRASSI IN GENERALE: fritture, maionese, insaccati, burro, margarina, strutto, ecc.
- EVITA le carni grasse (salsiccia, carne macinata, pollo con la pelle, maiale ecc)
- Agrumi (limone, arancia, pompelmo, ecc, ma anche succhi da essi derivano)
- Latte e derivati (anche formaggi)
- Cioccolato (sopratutto quello al latte o con burro di cacao)
- Aglio e Cipolla crudi.
- Spezie piccanti e alimenti piccanti.
- Menta.
- Pomodoro e derivati (come la passata) o i cibi che lo contengono (pasta al sugo o pizza margherita);
- Melanzane, peperoni, patate e carote cotte (sono solanacee, ricchi di istamina).
- Tè e caffè (anche deteinati e decaffeinati).
- Bevande gassate e alcolici di ogni tipo e gradazione.
- EVITA la frittura favorendo la cottura alla griglia (senza bruciature!) o in padella o al vapore.
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NOTA BENE: Ognuno ha una reazione diversa ai singoli alimenti e può capitare che assumendo caffè tu stia bene, ma che magari hai acidità dopo aver mangiato broccoli.
Nell'ambito di uno stile dietetico per minimizzare i disagi, è molto UTILE CREARSI un "DIARIO ALIMENTARE PERSONALE" per capire effettivamente quali alimenti ti disturbano e quali no, quali TI FANNO GONFIARE LA PANCIA oppure ti portano INDIGESTIONE.
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La cena è il pasto piu pericoloso per chi soffre di reflusso, perchè gli organi digestivi la sera funzionano meno e perchè quando ti distendi lo stomaco e l'esofago sono allo stesso livello.
Quindi questi consigli sono sopratutto DA METTERE IN PRATICA LA SERA.
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Altri consigli, sopratutto per la sera, sono:
11) EVITA di andare a dormire in piena digestione;
12) Dormi con un cuscino in piu o eleva la testiera del letto di almeno 30 cm;
13) Dormi sul FIANCO SINISTRO.
.
Leggi, approfondisci, segui la mia pagina e condividi LiberaMente ciò che pubblico, in quanto di pubblico interesse.
Perchè la tua salute vale!
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#latuasalutevale #dottgabrieleprinzi#informareeguarire #eubiosivitale#microbiotaesalute #psicobiotaesalute #gastrite#metabolicamente #affidatiallesperto #metabolicamente

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giovedì 10 gennaio 2019

Medical facts e le fake news di Roberto Burioni... che due maroni.



Medical facts e le fake news di Roberto Burioni... che due maroni. 🙈🙉🙊



BURIONI, CHE DUE MARONI - L’IMMUNOLOGO, CHE SFIDA LA FORFORA E ELUDE I BARBIERI, SUL SUO SITO ANTI FAKE NEWS “MEDICAL FACTS”, MISTIFICA I RISULTATI DI UNO STUDIO PUBBLICATO SU “LANCET” - IL CONTROPELO DE "LA VERITA'" AL MEDICO: "NELLA RICERCA VENGONO INDIVIDUATI I FOCOLAI DI CONTAGIO NELLE SITUAZIONI DI VIAGGIO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. SECONDO LUI SIAMO NOI A FAR AMMALARE I MIGRANTI MA IL TESTO ORIGINALE DICE COSE DIVERSE…" 


1 - LE BALLE DEL MEDICO PREDILETTO DAL PD «GLI ITALIANI INFETTANO GLI IMMIGRATI»
Maurizio Belpietro per “la Verità”

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
Confesso: fino a ieri non mi ero mai occupato di Roberto Burioni. Di lui sapevo il necessario, cioè, oltre al suo incarico di docente universitario, mi erano noti gli interventi polemici a favore dell'obbligo di vaccinazione. Dal titolo di un paio di suoi libri (Il vaccino non è un'opinione, La congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica) ne avevo dedotto che, assieme a una innegabile competenza in campo immunologico, fosse fornito anche di una non modica quantità di arroganza.

Messo da parte il curriculum, che certo è vasto e sostenuto da studi in numerose università estere, il suo atteggiamento è piuttosto simile a quello del marchese del Grillo. Ogni volta che si presenta in tv o scrive sui social, infatti, premette che lui è lui e gli altri non sono un cazzo e con questo, ergendosi al di sopra di qualsiasi interlocutore, chiude il discorso. Se non si ha una laurea pari alla sua in pratica non è consentito interloquire. A prescindere.
burioni coverBURIONI COVER

È successo anche di recente, durante uno scambio di post su Facebook con un altro docente. Non un immunologo come Burioni, ma un filosofo della scienza. Siccome il secondo è professore a contratto, e non ordinario come il nostro marchese, il celebre medico lo ha liquidato dicendogli che se si è saliti in cattedra e a 40 anni si è ancora precari vuol dire che si è in pratica dei falliti.

Dunque non si ha titolo per dare lezioni, per lo meno a lui, che dall' alto della sua docenza non può essere contraddetto da un professore a contratto. «Da contrattista», ha scritto Burioni, «lei mi sta facendo una lezione gratuita su come riuscire dove lei continua a fallire». Ma che aveva detto di tanto grave per essere trattato come uno studentello qualsiasi il filosofo della scienza? Semplice, aveva detto che il professor Burioni non sa comunicare. Sarà di certo un pozzo di scienza, ma quando apre bocca, va in tv e schiaffeggia tutti con toni boriosi si rivela una pozzanghera.

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
 «La scienza è una cosa buona», ha scritto l'uomo che ha osato mettere in discussione l'autorità indiscussa del marchese, «ma ci sono medici che ne hanno un'idea così ingenua e imbarazzante da fare danno alla scienza. Certo, non si può chiedere a tutti di conoscere un po' di filosofia della scienza. Però ignoranza e arroganza non aiutano se decidi di metterti a discutere nello spazio pubblico». Come sia finita la discussione sui social lo sapete.

Burioni non ha mandato giù il consiglio del collega e ha rispedito al mittente proprio ciò che il mittente gli rimproverava. Scrivendogli non che sbagliava, ma che non aveva titoli - accademici, s' intende - per rivolgersi a lui. In pratica, dicendogli non sei un mio pari, Burioni ha confermato non solo l' immagine che si ha di lui, ma quel che pochi giorni fa ha detto all' assemblea nazionale del Pd il giovane candidato Dario Corallo, il quale lo ha portato ad esempio di un certo modo di fare politica, dove si umiliano le persone, bullizzando con le parole anche chi ha espresso un semplice dubbio.
IL TWEET DI ROBERTO BURIONI SULLE DONNE BRUTTEIL TWEET DI ROBERTO BURIONI SULLE DONNE BRUTTE

Cioè, ridotto all' osso, Burioni è Burioni e gli altri non sono un cazzo. Ma attenzione, quando si bullizza, poi si rischia di esagerare. Ed è quello che è accaduto al celebre e illuminato (nel senso di circonfuso di luce propria) marchese. Con squillo di trombe e di fanfare, il professore l' altroieri ha lanciato un suo sito contro le fake news. Si chiama Medical Facts e ha il compito di smascherare le bugie in campo medico. E qual è la prima che viene svelata?

Quella riguardante gli extracomunitari: non sono gli immigrati che ci portano i batteri, ma siamo noi italiani a trasmetterli a loro. Tradotto: siamo noi gli untori. Chi lo dice? Uno studio di Lancet, nota rivista scientifica, che riporta i risultati di una ricerca condotta sui profughi. A leggere ciò che spiega il sito di Burioni, la ricerca sarebbe definitiva.

Peccato che già sul sito della rivista si capisca che definitiva non è, ma si tratta di una «scoperta» tutta da valutare, innanzitutto perché - come ammettono gli stessi ricercatori - basata su dati un po' scarsi e poi perché a influire sulla diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici non sono gli italiani, ma «le condizioni di viaggio» dei migranti per arrivare da noi. Quindi non siamo noi che li contagiamo, ma sono persone già ammalate che contagiano chi viaggia con loro. Del resto, lo stesso sito di Burioni spiega che «i batteri resistenti i migranti li contraggono quando sono costretti a vivere, pigiati con altre centinaia di persone, in condizioni inumane».

roberto burioniROBERTO BURIONI
Cioè certo non da noi, perché in Italia non ci risulta che gli immigrati siano pigiati come sardine. Dunque? La risposta è semplice: il sito anti fake news è stato inaugurato con una fake news. Per rendersene conto non serviva Lancet, bastava leggere i rapporti dell' Unicef, consultare i dati del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell' Istituto di sanità o leggere qualche articolo di persone del mestiere. Purtroppo, però, il marchese del Grillo non si abbassa a leggere, ma solo a twittare. Lui è Burioni e gli altri non sono un cazzo. Se non si ha una laurea pari alla sua e una docenza, si prega di non fiatare.

2 - ROBERTO BURIONI S'INVENTA GLI UNTORI ITALIANI
Francesco Borgonovo per “la Verità”

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
Lo specialista in somaraggini Roberto Burioni ha appena lanciato il suo sito d'informazione. Si chiama Medical Facts e, ha spiegato il diretto interessato presentandolo alla stampa, «in futuro mi piace pensare che una iniziativa del genere possa riscuotere l'interesse delle istituzioni». Come a dire: se volete foraggiarmi, io sono qui. Già, in effetti le informazioni che fornisce Burioni sono davvero imprescindibili, mai sentite prima, e finalmente in grado di illuminare la mente degli italiani ignoranti.

Ieri, per dire Medical Facts ha pubblicato un articoletto con un titolo assolutamente inedito: «Uno studio rivela che siamo noi italiani a trasmettere batteri agli immigrati».
Forse Burioni non se n' è accorto, ma titoli di questo tipo hanno dominato i media negli ultimi anni. In ogni caso, il punto centrale è un altro: quello che scrive il castiga somari non è vero. Trattasi di una manipolazione bella e buona, che scoprire non è nemmeno troppo difficile. Vediamo di entrare nello specifico. Burioni e i suoi collaboratori citano una «ricerca inglese e danese».

Non specificano gli autori, non dicono dove sia uscita, non riportano virgolettati. Diciamo che, sull' aspetto divulgativo, c' è ancora molto da lavorare. Quello che importa al Gran Visir di tutti gli scienziati, però, è rendere noto il risultato della ricerca.
roberto burioniROBERTO BURIONI

«Prima di tutto è risultato un fatto piuttosto scontato: i migranti sono persone particolarmente a rischio dal punto di vista sanitario», scrive Burioni. «D' altra parte, chi soffre fame e sete in condizioni estreme, come dire, spesso non ne esce con una salute di ferro. Non meraviglia, quindi, che il 33% (esattamente uno su tre), dei migranti più sfortunati, quelli che scappano da guerre e chiedono asilo, abbia avuto un' infezione o sia portatore sano (in termini tecnici colonizzato), di batteri resistenti a un gran numero di antibiotici». Già qui cominciano a sorgere i primi dubbi.

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
Ma il medico prosegue: «Questi migranti i batteri resistenti agli antibiotici non li acquisiscono nei loro Paesi poveri e martoriati, dove soldi per gli antibiotici scarseggiano e le medicine vengono usate con il contagocce. I batteri resistenti - tenetevi forte - i migranti li contraggono quando sono costretti a vivere, pigiati con altre centinaia di persone, in condizioni inumane in Paesi in cui i batteri resistenti agli antibiotici sono presenti in maniera molto abbondante. Indovinate qual è uno di questi Paesi?

Avete indovinato: l' Italia, che non solo è un luogo di primo approdo per i migranti, ma anche un Paese (insieme alla Grecia), che primeggia in Europa per la presenza di questi pericolosissimi batteri resistenti ai farmaci». Nonostante l' esposizione un po' confusa, il senso è chiaro: i migranti si ammalano in Italia. Il messaggio che arriva al lettore comune è, più o meno, che gli italiani sono i veri «untori», un po' come i conquistadores che infettavano i malcapitati indigeni delle Americhe con le schifezze portate dall' Europa.
Non c' è bisogno di essere scienziati, tuttavia, per capire che nell' articolo di Burioni qualcosa non torna.

IMMIGRATI PADOVA 4IMMIGRATI PADOVA 4
Non è questione di lauree, ma di logica. I migranti, scrive il medico, contraggono i batteri resistenti agli antibiotici stando pigiati assieme ad altre centinaia di persone. Ma in quali luoghi può avvenire una cosa del genere? Nei campi di detenzione africani o nei centri di accoglienza. Dove i migranti starebbero, in effetti, «pigiati» con altri migranti.
Dunque i presunti untori europei dove sono?

Forse sarebbe più sensato spiegare che i migranti si ammalano più facilmente durante il viaggio che li porta qui, o in alcuni centri di detenzione in Libia, o in luoghi mal gestiti come il Cara di Mineo, che infatti andrebbero chiusi. Il fatto è che queste sono tutte argomentazioni a favore di una riduzione dei flussi migratori in ingresso, e per questo, probabilmente, a Burioni non piacciono.

IMMIGRATI PADOVA 3IMMIGRATI PADOVA 3
Ma non è finita. Burioni e soci presentano i loro «fatti medici» come verità assoluta. Fanno un uso politico degli studi. E non dicono una cosa importante: che i testi scientifici da loro citati vengono discussi e ridiscussi da numerosi esperti. Non rappresentano, cioè, «la verità assoluta», ma una tesi più o meno credibile. Spieghiamo.

L'articolo scientifico su cui Burioni basa la sua argomentazione si intitola «Antimicrobial resistance among migrants in Europe: a systematic review and meta-analysis», è uscito sull' autorevole rivista Lancet e lo firmano Laura B. Nellums, Hayley Thompson e altri. Sul sito di Lancet, oltre al testo dell' articolo, sono presenti anche le critiche di altri studiosi.
La prima che si trova è di Oliver van Hecke. Anche lui è uno scienziato, anche lui ha pubblicato su riviste autorevoli. Questo signore, esaminando l' articolo dei suoi colleghi, scrive: «Dovremmo essere cauti nell' interpretazione di questi risultati per diverse ragioni». Van Hecke sciorina una serie di obiezioni piuttosto dettagliate.

IMMIGRATI MILANO CENTRALEIMMIGRATI MILANO CENTRALE
 Spiega che i dati a disposizione forse non sono così rappresentativi, e, a un certo punto, scrive: «Gli autori si sono concentrati sulle infezioni della pelle e dei tessuti molli o sulla diarrea. Questa è una limitazione importante. I dati non erano disponibili per le infezioni del tratto respiratorio (esclusa la tubercolosi), che sono di gran lunga le infezioni più comunemente presenti nelle comunità migranti e in realtà indigene, anche nei Paesi ad alto reddito».

Rispondendo alle obiezioni di Van Hecke, gli autori dell'articolo originale ammettono che i dati in loro possesso sono un po' scarsi, e che bisognerebbe approfondire parecchio gli aspetti riguardanti le malattie respiratorie. Poi, ribadiscono una cosa importante. E cioè che a influire sulla diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici sono «le condizioni del viaggio» che i migranti affrontano per arrivare qui.

migranti lampedusa 3MIGRANTI LAMPEDUSA 3
Nessuno degli scienziati intervenuti su Lancet utilizza i toni perentori di Burioni. Leggendo gli articoli, le critiche e le repliche assistiamo a una interessante discussione - molto pacata e informata - fra studiosi che sono pronti a mettere in dubbio il proprio lavoro, che procedono per tentativi e basandosi sulla documentazione in loro possesso. Burioni, invece, si limita a prendere un articolo (citandolo per sommi capi) e a trasformarlo in un dogma. Questo è il suo metodo, e sinceramente non sembra molto scientifico.

migranti lampedusaMIGRANTI LAMPEDUSA
Ovviamente, il titolo gridato di Medical Facts ora verrà diffuso sul Web, verrà ripreso dai fan di Burioni e trattato come una verità incontestabile. Si tratta di una mistificazione, ma non importa. Roberto Burioni è lo scienziato più amato da quasi tutto il Pd, viene presentato come il cavaliere senza macchia che, impavido, difende la scienza dagli attacchi dei populisti con l' anello al naso. Ma, per l' ennesima volta, ha dimostrato di essere più interessato alla propaganda che alla realtà.

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Medical facts e le fake news di Roberto Burioni... che due maroni.



Medical facts e le fake news di Roberto Burioni... che due maroni. 🙈🙉🙊

BURIONI, CHE DUE MARONI - L’IMMUNOLOGO, CHE SFIDA LA FORFORA E ELUDE I BARBIERI, SUL SUO SITO ANTI FAKE NEWS “MEDICAL FACTS”, MISTIFICA I RISULTATI DI UNO STUDIO PUBBLICATO SU “LANCET” - IL CONTROPELO DE "LA VERITA'" AL MEDICO: "NELLA RICERCA VENGONO INDIVIDUATI I FOCOLAI DI CONTAGIO NELLE SITUAZIONI DI VIAGGIO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. SECONDO LUI SIAMO NOI A FAR AMMALARE I MIGRANTI MA IL TESTO ORIGINALE DICE COSE DIVERSE…" 


1 - LE BALLE DEL MEDICO PREDILETTO DAL PD «GLI ITALIANI INFETTANO GLI IMMIGRATI»
Maurizio Belpietro per “la Verità”

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
Confesso: fino a ieri non mi ero mai occupato di Roberto Burioni. Di lui sapevo il necessario, cioè, oltre al suo incarico di docente universitario, mi erano noti gli interventi polemici a favore dell'obbligo di vaccinazione. Dal titolo di un paio di suoi libri (Il vaccino non è un'opinione, La congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica) ne avevo dedotto che, assieme a una innegabile competenza in campo immunologico, fosse fornito anche di una non modica quantità di arroganza.

Messo da parte il curriculum, che certo è vasto e sostenuto da studi in numerose università estere, il suo atteggiamento è piuttosto simile a quello del marchese del Grillo. Ogni volta che si presenta in tv o scrive sui social, infatti, premette che lui è lui e gli altri non sono un cazzo e con questo, ergendosi al di sopra di qualsiasi interlocutore, chiude il discorso. Se non si ha una laurea pari alla sua in pratica non è consentito interloquire. A prescindere.
burioni coverBURIONI COVER

È successo anche di recente, durante uno scambio di post su Facebook con un altro docente. Non un immunologo come Burioni, ma un filosofo della scienza. Siccome il secondo è professore a contratto, e non ordinario come il nostro marchese, il celebre medico lo ha liquidato dicendogli che se si è saliti in cattedra e a 40 anni si è ancora precari vuol dire che si è in pratica dei falliti.

Dunque non si ha titolo per dare lezioni, per lo meno a lui, che dall' alto della sua docenza non può essere contraddetto da un professore a contratto. «Da contrattista», ha scritto Burioni, «lei mi sta facendo una lezione gratuita su come riuscire dove lei continua a fallire». Ma che aveva detto di tanto grave per essere trattato come uno studentello qualsiasi il filosofo della scienza? Semplice, aveva detto che il professor Burioni non sa comunicare. Sarà di certo un pozzo di scienza, ma quando apre bocca, va in tv e schiaffeggia tutti con toni boriosi si rivela una pozzanghera.

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
 «La scienza è una cosa buona», ha scritto l'uomo che ha osato mettere in discussione l'autorità indiscussa del marchese, «ma ci sono medici che ne hanno un'idea così ingenua e imbarazzante da fare danno alla scienza. Certo, non si può chiedere a tutti di conoscere un po' di filosofia della scienza. Però ignoranza e arroganza non aiutano se decidi di metterti a discutere nello spazio pubblico». Come sia finita la discussione sui social lo sapete.

Burioni non ha mandato giù il consiglio del collega e ha rispedito al mittente proprio ciò che il mittente gli rimproverava. Scrivendogli non che sbagliava, ma che non aveva titoli - accademici, s' intende - per rivolgersi a lui. In pratica, dicendogli non sei un mio pari, Burioni ha confermato non solo l' immagine che si ha di lui, ma quel che pochi giorni fa ha detto all' assemblea nazionale del Pd il giovane candidato Dario Corallo, il quale lo ha portato ad esempio di un certo modo di fare politica, dove si umiliano le persone, bullizzando con le parole anche chi ha espresso un semplice dubbio.
IL TWEET DI ROBERTO BURIONI SULLE DONNE BRUTTEIL TWEET DI ROBERTO BURIONI SULLE DONNE BRUTTE

Cioè, ridotto all' osso, Burioni è Burioni e gli altri non sono un cazzo. Ma attenzione, quando si bullizza, poi si rischia di esagerare. Ed è quello che è accaduto al celebre e illuminato (nel senso di circonfuso di luce propria) marchese. Con squillo di trombe e di fanfare, il professore l' altroieri ha lanciato un suo sito contro le fake news. Si chiama Medical Facts e ha il compito di smascherare le bugie in campo medico. E qual è la prima che viene svelata?

Quella riguardante gli extracomunitari: non sono gli immigrati che ci portano i batteri, ma siamo noi italiani a trasmetterli a loro. Tradotto: siamo noi gli untori. Chi lo dice? Uno studio di Lancet, nota rivista scientifica, che riporta i risultati di una ricerca condotta sui profughi. A leggere ciò che spiega il sito di Burioni, la ricerca sarebbe definitiva.

Peccato che già sul sito della rivista si capisca che definitiva non è, ma si tratta di una «scoperta» tutta da valutare, innanzitutto perché - come ammettono gli stessi ricercatori - basata su dati un po' scarsi e poi perché a influire sulla diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici non sono gli italiani, ma «le condizioni di viaggio» dei migranti per arrivare da noi. Quindi non siamo noi che li contagiamo, ma sono persone già ammalate che contagiano chi viaggia con loro. Del resto, lo stesso sito di Burioni spiega che «i batteri resistenti i migranti li contraggono quando sono costretti a vivere, pigiati con altre centinaia di persone, in condizioni inumane».

roberto burioniROBERTO BURIONI
Cioè certo non da noi, perché in Italia non ci risulta che gli immigrati siano pigiati come sardine. Dunque? La risposta è semplice: il sito anti fake news è stato inaugurato con una fake news. Per rendersene conto non serviva Lancet, bastava leggere i rapporti dell' Unicef, consultare i dati del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell' Istituto di sanità o leggere qualche articolo di persone del mestiere. Purtroppo, però, il marchese del Grillo non si abbassa a leggere, ma solo a twittare. Lui è Burioni e gli altri non sono un cazzo. Se non si ha una laurea pari alla sua e una docenza, si prega di non fiatare.

2 - ROBERTO BURIONI S'INVENTA GLI UNTORI ITALIANI
Francesco Borgonovo per “la Verità”

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
Lo specialista in somaraggini Roberto Burioni ha appena lanciato il suo sito d'informazione. Si chiama Medical Facts e, ha spiegato il diretto interessato presentandolo alla stampa, «in futuro mi piace pensare che una iniziativa del genere possa riscuotere l'interesse delle istituzioni». Come a dire: se volete foraggiarmi, io sono qui. Già, in effetti le informazioni che fornisce Burioni sono davvero imprescindibili, mai sentite prima, e finalmente in grado di illuminare la mente degli italiani ignoranti.

Ieri, per dire Medical Facts ha pubblicato un articoletto con un titolo assolutamente inedito: «Uno studio rivela che siamo noi italiani a trasmettere batteri agli immigrati».
Forse Burioni non se n' è accorto, ma titoli di questo tipo hanno dominato i media negli ultimi anni. In ogni caso, il punto centrale è un altro: quello che scrive il castiga somari non è vero. Trattasi di una manipolazione bella e buona, che scoprire non è nemmeno troppo difficile. Vediamo di entrare nello specifico. Burioni e i suoi collaboratori citano una «ricerca inglese e danese».

Non specificano gli autori, non dicono dove sia uscita, non riportano virgolettati. Diciamo che, sull' aspetto divulgativo, c' è ancora molto da lavorare. Quello che importa al Gran Visir di tutti gli scienziati, però, è rendere noto il risultato della ricerca.
roberto burioniROBERTO BURIONI

«Prima di tutto è risultato un fatto piuttosto scontato: i migranti sono persone particolarmente a rischio dal punto di vista sanitario», scrive Burioni. «D' altra parte, chi soffre fame e sete in condizioni estreme, come dire, spesso non ne esce con una salute di ferro. Non meraviglia, quindi, che il 33% (esattamente uno su tre), dei migranti più sfortunati, quelli che scappano da guerre e chiedono asilo, abbia avuto un' infezione o sia portatore sano (in termini tecnici colonizzato), di batteri resistenti a un gran numero di antibiotici». Già qui cominciano a sorgere i primi dubbi.

ROBERTO BURIONIROBERTO BURIONI
Ma il medico prosegue: «Questi migranti i batteri resistenti agli antibiotici non li acquisiscono nei loro Paesi poveri e martoriati, dove soldi per gli antibiotici scarseggiano e le medicine vengono usate con il contagocce. I batteri resistenti - tenetevi forte - i migranti li contraggono quando sono costretti a vivere, pigiati con altre centinaia di persone, in condizioni inumane in Paesi in cui i batteri resistenti agli antibiotici sono presenti in maniera molto abbondante. Indovinate qual è uno di questi Paesi?

Avete indovinato: l' Italia, che non solo è un luogo di primo approdo per i migranti, ma anche un Paese (insieme alla Grecia), che primeggia in Europa per la presenza di questi pericolosissimi batteri resistenti ai farmaci». Nonostante l' esposizione un po' confusa, il senso è chiaro: i migranti si ammalano in Italia. Il messaggio che arriva al lettore comune è, più o meno, che gli italiani sono i veri «untori», un po' come i conquistadores che infettavano i malcapitati indigeni delle Americhe con le schifezze portate dall' Europa.
Non c' è bisogno di essere scienziati, tuttavia, per capire che nell' articolo di Burioni qualcosa non torna.

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Non è questione di lauree, ma di logica. I migranti, scrive il medico, contraggono i batteri resistenti agli antibiotici stando pigiati assieme ad altre centinaia di persone. Ma in quali luoghi può avvenire una cosa del genere? Nei campi di detenzione africani o nei centri di accoglienza. Dove i migranti starebbero, in effetti, «pigiati» con altri migranti.
Dunque i presunti untori europei dove sono?

Forse sarebbe più sensato spiegare che i migranti si ammalano più facilmente durante il viaggio che li porta qui, o in alcuni centri di detenzione in Libia, o in luoghi mal gestiti come il Cara di Mineo, che infatti andrebbero chiusi. Il fatto è che queste sono tutte argomentazioni a favore di una riduzione dei flussi migratori in ingresso, e per questo, probabilmente, a Burioni non piacciono.

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Ma non è finita. Burioni e soci presentano i loro «fatti medici» come verità assoluta. Fanno un uso politico degli studi. E non dicono una cosa importante: che i testi scientifici da loro citati vengono discussi e ridiscussi da numerosi esperti. Non rappresentano, cioè, «la verità assoluta», ma una tesi più o meno credibile. Spieghiamo.

L'articolo scientifico su cui Burioni basa la sua argomentazione si intitola «Antimicrobial resistance among migrants in Europe: a systematic review and meta-analysis», è uscito sull' autorevole rivista Lancet e lo firmano Laura B. Nellums, Hayley Thompson e altri. Sul sito di Lancet, oltre al testo dell' articolo, sono presenti anche le critiche di altri studiosi.
La prima che si trova è di Oliver van Hecke. Anche lui è uno scienziato, anche lui ha pubblicato su riviste autorevoli. Questo signore, esaminando l' articolo dei suoi colleghi, scrive: «Dovremmo essere cauti nell' interpretazione di questi risultati per diverse ragioni». Van Hecke sciorina una serie di obiezioni piuttosto dettagliate.

IMMIGRATI MILANO CENTRALEIMMIGRATI MILANO CENTRALE
 Spiega che i dati a disposizione forse non sono così rappresentativi, e, a un certo punto, scrive: «Gli autori si sono concentrati sulle infezioni della pelle e dei tessuti molli o sulla diarrea. Questa è una limitazione importante. I dati non erano disponibili per le infezioni del tratto respiratorio (esclusa la tubercolosi), che sono di gran lunga le infezioni più comunemente presenti nelle comunità migranti e in realtà indigene, anche nei Paesi ad alto reddito».

Rispondendo alle obiezioni di Van Hecke, gli autori dell'articolo originale ammettono che i dati in loro possesso sono un po' scarsi, e che bisognerebbe approfondire parecchio gli aspetti riguardanti le malattie respiratorie. Poi, ribadiscono una cosa importante. E cioè che a influire sulla diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici sono «le condizioni del viaggio» che i migranti affrontano per arrivare qui.

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Nessuno degli scienziati intervenuti su Lancet utilizza i toni perentori di Burioni. Leggendo gli articoli, le critiche e le repliche assistiamo a una interessante discussione - molto pacata e informata - fra studiosi che sono pronti a mettere in dubbio il proprio lavoro, che procedono per tentativi e basandosi sulla documentazione in loro possesso. Burioni, invece, si limita a prendere un articolo (citandolo per sommi capi) e a trasformarlo in un dogma. Questo è il suo metodo, e sinceramente non sembra molto scientifico.

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Ovviamente, il titolo gridato di Medical Facts ora verrà diffuso sul Web, verrà ripreso dai fan di Burioni e trattato come una verità incontestabile. Si tratta di una mistificazione, ma non importa. Roberto Burioni è lo scienziato più amato da quasi tutto il Pd, viene presentato come il cavaliere senza macchia che, impavido, difende la scienza dagli attacchi dei populisti con l' anello al naso. Ma, per l' ennesima volta, ha dimostrato di essere più interessato alla propaganda che alla realtà.

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