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giovedì 14 marzo 2019

Top 10 modi per combattere naturalmente la bronchite.



Top 10 modi per combattere naturalmente la bronchite

Più di 11 milioni di americani sono stati diagnosticati con malattia polmonare ostruttiva cronica (COPD) ed è classificata come la  terza principale causa di morte in America . 


Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

La bronchite cronica è strettamente correlata alla BPCO, ma fortunatamente per chi soffre, può essere trattata naturalmenteA volte, la soluzione più semplice è un cambiamento di stile di vita. Ad esempio, il fumo eccessivo è indicato come uno dei motivi principali per lo sviluppo della condizione e anche le persone esposte al fumo passivo sono a più alto rischio. È stato dimostrato che i forti fumatori sperimenteranno almeno un episodio di bronchite cronica durante la loro vita. Per quanto difficile possa essere per alcuni, smettere di fumare è l'opzione migliore per alleviare questo problema. Se non sei un fumatore, ma soffri ancora di questa malattia, prova questi rimedi naturali .

Rimani idratato

Il corpo ha bisogno di acqua per funzionare correttamente. Soprattutto quando è malato, bere una quantità extra assottiglia il muco nei bronchi. Questo rende più facile respirare. Gli studi attuali differiscono nella quantità di acqua necessaria per funzionare correttamente. I casi sono vari e ogni persona ha i propri bisogni individuali. Una buona regola empirica per il trattamento della bronchite è bere un bicchiere d'acqua ogni due ore.

Usa un umidificatore

Gli umidificatori possono alleviare il respiro affannoso e il flusso d'aria limitato, contribuendo ad allentare l'accumulo di muco. Riduce anche la quantità di acqua persa attraverso la pelle. I ricercatori in Nuova Zelanda hanno  scoperto che l'uso dell'umidificatore a lungo termine è un trattamento efficace per la BPCO. Questo studio del 2014 è stato pubblicato su Value Health .

Labbra increspate

La fondazione della COPD afferma che questa tecnica è un modo semplice per alleviare le difficoltà respiratorie. Come suggerisce il nome, inizi a respirare attraverso il naso per circa due secondi, increspando le labbra come se stessi per spegnere una candela, e poi espirando molto lentamente attraverso le labbra increspate per circa quattro secondi.

Echinacea

Questa erba potente ha molte proprietà terapeutiche. Diversi studi indicano le caratteristiche antivirali e antinfiammatorie dell'echinacea . Questo lo rende ideale quando si desidera ridurre i sintomi del raffreddore, che sono lamentele comuni tra le persone con bronchite.

Vitamina C

Ci sono così tanti usi per la vitamina C. Inutile dire che la vitamina C rafforza il sistema immunitario e aiuta a combattere le infezioni. I problemi respiratori causati dalla bronchite sono diminuiti. Ricorda che il trattamento per la condizione è spesso duplice. Devi combattere i sintomi esistenti e prevenire l'insorgere delle condizioni respiratorie associate. La vitamina C è facilmente integrata nella tua dieta attraverso frutta e verdura .

Astragalo

Questa radice è conosciuta come una delle più potenti piante immunizzanti. I nutrienti presenti nella pianta rafforzano i polmoni deboli. Gli usi  dell'astragalo  sono ancora in fase di studio, ma ci sono prove sufficienti che sottolineano la sua importanza nel trattamento della bronchite.

Ginseng

Questa erba aiuta la funzione polmonare. Può essere ingerito in molti modi ed è un trattamento comunemente raccomandato per l'asma. Il Ginseng ha dimostrato di uccidere i batteri nocivi trovati nella zona bronchiale.

Olio di eucalipto

Gli studi suggeriscono che questo olio riduce l'infiammazione trovata nelle vie aeree. Questo perché il composto principale in eucalipto, cineolo, riduce la mancanza di respiro. Puoi provare ad applicare l'olio (circa due o tre gocce) sul petto e strofinarlo con un movimento circolare per circa 5-10 minuti.

Olio di menta piperita

Questo ha un effetto di raffreddamento e può rimuovere l'accumulo di muco . L'olio di menta piperita ha anche proprietà antimicrobiche. Utilizzare questo olio inalando direttamente dalla bottiglia o applicando 2-3 gocce a un impacco caldo e massaggiandolo sul petto.

Olio di origano

L'origano è un'erba antibatterica naturale. L'olio favorisce una buona salute bronchiale riducendo l'infiammazione. La bronchite causata da allergie è efficacemente trattata con olio di origanoPuoi usare quest'olio anche per massaggiare il petto.

Le fonti includono:





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https://www.vivereinmodonaturale.com/2019/03/combattere-naturalmente-la-bronchite.html

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sabato 6 ottobre 2018

INFLUENZA: ISTRUZIONI PER GUARIRE.

Ai primi sintomi influenzali molte persone ricorrono a farmaci per poter tornare attivi al più presto, generando, invece, un allungamento della malattia. E il ricorso agli antibiotici è spesso la ciliegina sulla torta. Come ci si deve comportare?


"Nell'articolo sono presenti inserimenti dal sito di macrolibrarsi per agevolare il lettore nel fare i giusti acquisti ai fini del buon mantenimento della salute"

Lo scorso inverno, l’impatto dell’influenza è stato particolarmente forte, sia per quanto riguarda la durata che per intensità dei sintomi. 
C’è chi sostiene che il problema sia stato in parte dovuto all’inefficacia dei ceppi del vaccino distribuito dalle regioni e nelle farmacie. Occorre, infatti, ricordare come i vaccini antinfluenzali vengano messi a punto l’anno precedente basandosi sui ceppi che “più probabilmente” si diffonderanno quello successivo. 
Pare che nell’ultimo inverno il ceppo poi rivelatosi più dannoso fosse inserito nel vaccino quadrivalente ma non nel trivalente, scelto dalla maggior parte delle Regioni per la distribuzione gratuita. 

Ma la spiegazione non convince del tutto. 

L’aumento della virulenza, infatti, è stato notato sia in persone abitualmente vaccinate sia in chi il vaccino non l’ha mai fatto. 
Si tratta dunque più probabilmente di un fattore esterno.

Qualcuno ha dato la colpa allo squilibrio immunitario generato nella popolazione in età scolare, sottoposta in questo periodo ad una vaccinazione multipla (pena ingenti multe) su ben dieci patologie virali diverse. Ma siamo nel campo delle ipotesi. 



A mio giudizio la causa va ricercata in un lento e graduale peggioramento delle abitudini alimentari e di stile di vita delle persone, da un lato, e dall’altro nella consuetudine alla sistematica soppressione dei sintomi. Proviamo a fare chiarezza. 



UNA PUBBLICITA’ IMPORTANTE


Nel aprile di quest’anno in Sardegna è comparsa sui muri una pubblicità, finanziata dalla Regione, in occasione della giornata europea degli antibiotici, che recitava: “Il 40% degli europei crede erroneamente che gli antibiotici siano efficaci nel combattere raffreddore e influenza. Usali in modo corretto. Mai per curare raffreddore e influenza”. 

Non so se anche in altre Regioni è stato affisso un cartello simile. Mai il fatto che tale messaggio debba essere veicolato, significa che entrambe le controparti (medico e paziente) devono essere meglio istruite sulle pericolosità di questa categoria di farmaci cosi dannosi per la microflora intestinale. 

Perché questo?

Perché dare un antibiotico inutile non solo è uno spreco di denaro pubblico, ma genera anche una cascata di effetti negativi che andremo poi a pagare tutti, paradossalmente anche chi di antibiotici non ha mai fatto uso. 

“UN INDIVIDUO SANO NON DEVE TEMERE UNA FEBBRE PER UN PAIO DI GIORNI, ANCHE SE ALTA. AIUTIAMO IL NOSTRO ORGANISMO A DIFENDERSI IN MODO NATURALE” 

IL PERICOLO DEI “BATTERI RESISTENTI” 

Il danno maggiore di questi farmaci è il crescente fenomeno della antibiotico-resistenza, cioè la capacità dei batteri di adattarsi con sempre maggior efficacia ai farmaci usati contro di loro. 

Quando un batterio ha sviluppato antibiotico-resistenza, non diventa solo indenne al trattamento, ottiene anche il vantaggio di potersi accrescere senza il minimo disturbo da parte di altri batteri con esso in competizione per il cibo o per lo spazio, col risultato di diventare, in breve tempo, molto più dannoso per l’organismo che lo ospita rispetto a una normale infezione non trattata. 

Se iniziano a circolare ceppi antibiotico-resistenti (ciò che avviene spesso in ospedale, ambulatori pediatrici, residenze per anziani) il rischio di contrarre un’infezione di quel genere, che può essere potenzialmente mortale, diventa alto anche per chi è perfettamente sano o, appunto, non abbia mai preso un antibiotico in vita sua. 

L’antibiotico va usato in casi gravi, ove vi sia la certezza di complicanze batteriche (i virus non sono neppure sfiorati dagli antibiotici), ove i sintomi non siano più sopportabili, e sempre dopo un antibioticogramma che evidenzi i principi farmacologici più attivi nei confronti dell’infezione. 
Non va certo prescritto a caso solo perché i sintomi influenzali non passano, la tosse non smette, la febbricola e la stanchezza persistono. 
In molti casi, il prolungamento dei sintomi influenzali al di là dei pochi giorni ordinari è dovuto proprio ai maldestri tentativi di cura – spesso soppressivi con antiinfiammatori o paracetamolo – che hanno impedito al sistema immunitario di combattere adeguatamente il virus. 
E questo è un altro problema su cui andrebbero dissipate delle nebbie. 

SINTOMI CHE NON VANNO SOPPRESSI

Importantissimo, ai fini della guarigione, è rispettare, magari aiutare, le risposte difensive naturali dell’individuo. 
La febbre, ma anche le espettorazioni, la tosse, il muco, la diarrea, il vomito, l’inappetenza, sono strumenti potenti di difesa dell’organismo e – seppur con l’attenzione individuale a casi particolari – non dovrebbero essere ostacolati, con farmaci “bloccanti2 pena un innaturale perdurare dei sintomi (come peraltro ampiamente indicato in letteratura su autorevoli riviste). 
Usare paracetamolo, analgesici, antidiarroici, impediscono al corpo di eliminare virus e batteri, e prolunga, aggrava, manda in profondità la malattia. 

Un lavoro scientifico (Eam et Al, pubblicato nel 2014 da Proc Biol Sci.) ha documentato con chiarezza come l’uso di paracetamolo ha ritardato (non accelerato, come pensano in troppi) la guarigione dall’influenza, e ha provocato, da un lato, un incremento della mortalità pari al 5% dei casi, dall’altro, quel prolungamento sintomatico precedentemente citato che è poi causa dell’uso di antibiotici perché “il sintomo non passa”. 
L’uso di antibiotici non è giustificato in un influenza. 
E’ dannoso per il microbiota intestinale e non ha alcun effetto – se non ulteriormente squilibrante – su tutte le patologie virali. 

COSA FARE PER GUARIRE REALMENTE. 

Per guarire dall’influenza in tempi brevi, serve invece riposo, dieta leggera (con molta frutta e verdura fresca), bere molta acqua e, come aiuto ulteriore, oli essenziali (tea tree), fitoterapici, vitamina C, propoli, oligoelementi (rame, zinco, manganese, argento). 
Un individuo sano non deve temere una febbre di un paio di giorni, anche a 40 gradi. Lasciamo che la natura faccia il suo corso e aiutiamo l’organismo a difendersi e a produrre anticorpi in modo naturale. 
Questa è l’unica difesa che può stabilmente rafforzarci, farci guarire davvero e prevenire eventuali ricadute. 
Chi pensa “di non poter permetterselo”, avrà fatto la propria scelta tra salute e malattia, e si troverà presto daccapo. 
La natura non prevede nessuna scorciatoia. 
Compito del medico è anche far capire agli scettici, condizionati dalle offensive semplificanti pubblicità televisive (prendi questa pastiglia che va tutto a posto, torna a lavorare), che la realtà biologica sta altrove. 

NON E’ VERO CHE “COSI SI RISOLVE

Spesso sento pronunciare la frase, a proposito dell’uso di antibiotici quando i sintomi dell’influenza tardano a passare, “quanto ci vuole?”. 
Fermo restando che i pochi gravi casi che richiedono un antibiotici mirato devono essere decisi dal medico, mi sento dire che quest’affermazione è davvero semplicistica e insultante per l’intelligenza sia del medico che del paziente. 

Il paziente, infatti, va dal medico stremato da una settimana di influenza che, proprio a causa delle soppressioni farmacologiche ripetute, non passa. 
Ma che sempre influenza (virale) è. Chiede dunque un antibiotico al medico “cosi risolviamo…”. 

Il paziente è ingenuamente convito che l’antibiotico sia una panacea per tutti i mali. 

Il medico, invece, sa che, se non lo prescriverà, corre il rischio di diventare responsabile di qualunque complicanza o danno possa subire il paziente nei giorni successivi. 
Dunque, caso tipico di “medicina difensiva”, il medico prescrive il farmaco per evitare altri rischi, e tutti sono contenti. 

Tranne noi contribuenti che paghiamo cure antibiotiche inutili che poi, a causa degli effetti collaterali prodotti (malassorbimenti, gastriti, squilibri immunitari, carenza vitaminiche e minerali), genereranno presto necessità di altri farmaci. 

PROTEGGERE LA SALUTE

Compito del medico dovrebbe essere quello di proteggere la salute del paziente sul lungo termine: in primis con un ‘alimentazione sana, variata e completa, senza usare farmaci non necessari e, infine, con uno stile di vita sano, all’aria aperta, che preveda del regolare movimento fisico. 
In fase acuta nessun antibiotico e nessun antivirale devono essere assunti da persone sostanzialmente sane (influenza a parte) se non di fronte a un’attenta valutazione del medico che abbia rilevato una grave situazione di rischio. Solo cosi il medico avrà veramente fatto qualcosa per garantire la salute del proprio paziente.


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lunedì 14 maggio 2018

Stai alimentando il tuo cervello con i nutrienti giusti? Il folato, le vitamine B12, C, E e D sono cruciali per la salute mentale



Nutrire il tuo cervello con i nutrienti giusti, come il folato e le vitamine B12CE e D sono cruciali per la salute mentale . 

Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com
Articolo tratto da naturalnews.com

In una revisione, è stato trovato che i pazienti con disturbo cronico della schizofrenia hanno bassi livelli di questi nutrienti.

Un team di ricercatori presso l' Università di Manchester ,la belga KU Leuven University ,l'University of Western Sydney hanno analizzato 28 articoli di studio per un totale di 2.612 partecipanti.  

Il team di ricerca ha scoperto che bassi livelli di sostanze nutritive sembravano presenti dall'inizio della malattia e erano associati a un peggioramento di essa. 

Hanno visto una significativa riduzione di folati,  vitamina D e vitamina C in persone con psicosi del primo episodio rispetto ai controlli. Inoltre, hanno scoperto che la differenza nei livelli di vitamina D tra psicosi e controlli del primo episodio era il più sorprendente di tutti i nutrienti.

Uno studio degno di nota ha rilevato che le differenze nei livelli di folato erano dovute a differenze genetiche nel metabolismo dei folati piuttosto che in influenze dietetiche. 
Due studi con campioni di dimensioni ridotte hanno rivelato una grande carenza di vitamina C nella psicosi del primo episodio.

Questo è parallelo ai dati che indicano un basso consumo di frutta e verdura in questa popolazione. 


Inoltre, un singolo trial di controllo randomizzato in pazienti che hanno sperimentato il primo trattamento antipsicotico ha mostrato 500 mg di vitamina C ogni giorno che riduce significativamente i sintomi psichiatrici.

Bassi livelli di folati e vitamina B12 sono stati osservati spesso anche in pazienti con schizofrenia, in cui è stato osservato anche un peggioramento della gravità dei sintomi. 
L'integrazione della vitamina B può ridurre significativamente i sintomi della schizofrenia e invertire alcuni deficit neurologici legati alla malattia. 
Inoltre, le vitamine C ed E - che sono antiossidanti - sono carenti anche nella schizofrenia cronica. 
Ciò contribuisce potenzialmente all'aumento dello stress ossidativo osservato in questa popolazione.

"Subito, non appena si presentano con sintomi psicotici, hanno basso folato - che è davvero importante per la salute del cervello - e bassa vitamina D, che è anche un nutriente neuroprotettivo; entrambi i fattori chiave dell'umore delle persone e dei livelli di energia ", ha detto Joseph Firth, autore principale dello studio.

Il team ha anche scoperto che i partecipanti con i livelli più bassi di questi nutrienti avevano anche la peggiore salute mentale. 
Firth ha spiegato che le persone con alti livelli di questi nutrienti avevano invece una migliore salute mentale anche se avevano una psicosi.

Inoltre, i ricercatori hanno anche scoperto che mangiando con una dieta sana non si applica solo alla salute mentale, ma anche alla salute cardiovascolare. 
Questo perché studi su larga scala hanno trovato associazioni tra bassi livelli di vitamina D e acido folico in condizioni cardiache.

Sulla base dell'analisi, le carenze nutrizionali dovute a un'assunzione inadeguata o all'assorbimento di nutrienti sono ora considerate un fattore di rischio per le condizioni psichiatriche. 
Questa revisione suggerisce che il consumo di una dieta nutriente è importante per la salute generale.
Ecco un elenco di alimenti per il cervello che puoi includere nella tua dieta:



Leggi altre notizie e studi sul cervello andando su Brain.news .

Le fonti includono:








Riproduzione consentita purché l'articolo non sia modificato in nessuna parte, indicando Autore e link attivo al sito.

https://www.vivereinmodonaturale.com/2018/05/stai-alimentando-il-tuo-cervello-con-i.html

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