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Australia: multinazionale farmaceutica autorizzata a irrorare un agente patogeno del colera geneticamente modificato

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Australia:  multinazionale farmaceutica autorizzata a irrorare  un agente patogeno del colera geneticamente modificato
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Sconvolgente notizia dall’Australia: una nota multinazionale farmaceutica è stata autorizzata a irrorare due terzi del territorio australiano con un agente patogeno del colera geneticamente modificato.
Una inquietante notizia ci è arrivata dall’Australia, dove pare che sia imminente un’operazione di vaccinazione di massa della popolazione per mezzo di aerei.
Lo scorso 4 Dicembre i media australiani hanno infatti annunciato che la PaxVax, una nota industria farmaceutica specializzata nello studio e nella produzione di vaccini e avente sede legale a Menlo Park in California, ha richiesto ed ottenuto dal Department of Health Office of the Gene Technology Regulator (il dipartimento sanitario australiano preposto alle tecnologie geniche) di poter eseguire una sperimentazione su larga scala, una sorta di “immunizzazione di massa”, come i giornali l’hanno definita, mediante l’utilizzo di aerei equipaggiati con tecnologie di aerosol. Scopo ufficiale e dichiarato di questa operazione è la sperimentazione di un vaccino contenente il batterio del colera geneticamente modificato, un vaccino che sarebbe finalizzato quindi a combattere il colera.
Il Vibrio Cholerae è l’agente eziologico della gastroenterite nota come Colera, una patologia solitamente legata al consumo di acqua contaminata. Esso si trova generalmente in ambienti acquatici nelle zone tropicali e pare che sia stato isolato in alcune aree dell’Australia del Nord. Eppure questa operazione non riguarderà le limitare aree in cui tale agente patogeno è stato rilevato, ma interesserà gli interi stati del Queensland, del South Australia, del Victoria e della Western Australia, vale a dire oltre i due terzi dell’immenso territorio australiano. Resterebbero infatti esclusi dalla sperimentazione soltanto gli stati del New South Wales e i Territori del Nord, curiosamente proprio quelli dove il Vibrio Cholerae sarebbe stato individuato.
Il test avrà la durata di un anno e la stampa australiana rassicura la popolazione dichiarando che la PaxVax garantirà un certo numero di misure di controllo “per limitare la diffusione e la persistenza del vaccino transgenico al fine di non danneggiare la flora e la fauna delle aree interessate”.
Sembra fantascienza, ma purtroppo non lo è. Si tratta di una inquietante ed allarmante realtà.
Mi chiedo come sia possibile che le autorità politiche e sanitarie australiane abbiano concesso ad una multinazionale farmaceutica privata, per di più statunitense, di poter testare un vaccino “geneticamente modificato” su oltre due terzi del territorio australiano e con l’impiego di mezzi aerei.
Milioni di persone saranno esposte a questo agente patogeno geneticamente modificato che verrà irrorato dal cielo e che si depositerà ovunque, venendo assorbito anche dagli animali e dalla vegetazione e penetrando nelle falde acquifere.
Come rileva il sito Beforeitnews.com, già in passato negli Stati Uniti ed altrove sono state condotte svariate campagne per vaccinare il bestiame tramite la dispersione di involucri contenenti il “prodotto” che venivano dispersi da aerei. Ma in quei casi anche la popolazione fu “vaccinata” a sua insaputa. Questa volta invece pare che sia proprio la popolazione il vero obiettivo di questa “vaccinazione forzata”.
Sappiamo bene che, mediante l’irrorazione aerea, vengono costantemente diffuse da anni nei nostri cieli sostanze tossiche altamente inquinanti e metalli pesanti, e che questo avviene con la consapevole complicità delle nostre autorità politiche e sanitarie, che ne sono perfettamente al corrente e che fanno di tutto per nasconderlo all’opinione pubblica e ai mezzi di informazione. Temo quindi che, con la scusa dell’irrorazione per via aerea di presunti vaccini sperimentali, si stia tentando di dare una parvenza di legittimità alla dispersione aerea di qualsiasi altra sostanza, dal momento che questo intenso traffico aereo (formalmente non autorizzato) è ormai sotto gli occhi di tutti. Già nel 2006, in uno studio realizzato per la Yale School of Public Health da Michael Greenwood, intitolato “L’irrorazione aerea riduce efficacemente l’incidenza del virus del Nilo Occidentale tra gli esseri umani”, si tentava di convincere l’opinione pubblica dei presunti benefici a fini sanitari delle tecniche di aerosol. In questo studio infatti si affermava (sempre in relazione al virus del Nilo Occidentale) che “l’incidenza della malattia può essere significativamente contenuta attraverso lo spargimento aereo (sic!) di appositi antidoti su vasta scala”.
L’operazione in atto in Australia appare ancora più inquietante se si va a vedere che cos’è la PaxVax, una potente multinazionale farmaceutica che ha tratto enormi profitti negli ultimi anni dalla creazione e dalla commercializzazione dei vaccini per l’influenza aviaria e per altre presunte pandemie. Nella home page del suo sito si legge infatti quanto segue:
“PaxVax is a privately held, fully integrated vaccine company, based in Menlo Park, California, USA. Established in 2007, in response to the global threat of the H5N1 pandemic, our founders set out to develop and commercialize an innovative vaccine technology in a socially responsible manner for global impact. Our founding principles were to enable geographically distributed manufacturing of affordable, self-administered oral vaccines against infectious diseases such as influenza. Since then, we have expanded our capabilities and technologies to address unmet vaccine needs against endemic diseases in developing countries, for travelers to disease-laden areas and in biodefense. Our clinical stage portfolio today includes vaccine candidates for Cholera, Avian Influenza (H5N1), Anthrax, and HIV.”
Nicola Bizzi

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IL CERVELLO DI NOTTE SI RESETTA COME UN PC: ARCHIVIA I DATI E PULISCE LA MEMORIA

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Mentre dormiamo il nostro cervello lavora per archiviare i ricordi e mettere ordine nelle informazioni raccolte durante il giorno, ripulendo la memoria dai dati inutili o superflui. Un'opera febbrile che continua per tutta la notte e che scatta perfino sotto anestesia. E' una delle sorprese raccontate dai ricercatori dell'universita' della California di Los Angeles coordinati da Mayank R. Mehta, che per la prima volta hanno fotografato in modo completo l'attivita' del cervello durante il sonno, e in particolare quella delle aree coinvolte nell'apprendimento, nella memoria e in malattie che la distruggono, come l'Alzheimer. Lo studio, condotto sui topi e pubblicato su 'Nature Neuroscience', ribalta le precedenti conoscenze sui meccanismi di consolidamento dei ricordi. Mehta e colleghi hanno utilizzato sofisticati modelli di analisi che hanno permesso di monitorare simultaneamente l'attivita' dei singoli neuroni in tre zone del cervello, e di decifrarne il dialogo. Le aree esaminate sono la neocorteccia, l'ippocampo e una terza precedentemente trascurata, che si trova in mezzo fra le prime due e si chiama corteccia entorinale. "Questo terzo attore ha stravolto completamente i giochi per come li conoscevamo prima", dice Mehta. Gli studiosi hanno infatti scoperto che la corteccia entorinale e' il vero 'regista' del cervello che dorme: resta perennemente accesa e funziona come se stesse cercando di ricordare qualcosa, un numero di telefono o una strada.
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Alimentazione vegetariana: dove si trova la vitamina D?

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E veniamo all’altro spauracchio dell’alimentazione vegetariana: la vitamina D. La vitamina D può essere assunta dal nostro organismo in due modi: o tramite certi cibi di origine animale (principalmente sardine, salmone, sgombri e tonno, ma anche nei latticini, nelle uova, e nel fegato), oppure attraverso la luce del sole. Sebbene in molti paesi del mondo (e l’Italia è uno di questi) la vitamina D che ci è necessaria viene assorbita tranquillamente dalla luce solare, chi vive in zone spesso coperte dalle nuvole e con poca insolazione deve per forza reperire la vitamina D dagli alimenti.
Come già detto, anche nelle zone del Nord Italia questo problema non dovrebbe sussistere, ma se avete intenzione di andare a vivere nel Nord Europa, tenetelo presente. Cosa dovete fare? Cercate di stare al sole e all’aria aperta per un po’ di tempo tutti i giorni: più sole prendete meno pesce, latte o uova vi serviranno. Se entrambe le cose non sono possibili, potete sempre ricorrere agli integratori alimentari.
La quantità giornaliera di vitamina D da assumere è di 400 IU. Fonte: http://salute.leonardo.it
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